Solo qualche tempo fa la minoranza compatta ha urlato al colpo di Stato assumendosi la piena responsabilità di quanto pubblicamente denunciato. Ora analizziamo i fatti. A quanto si apprende – di ufficiale non c’è nulla il che di per sé la dice già lunga – dicevamo a quanto si apprende, il Presidente del Tribunale Unico sammarinese avrebbe sollevato dubbi e perplessità circa alcuni fatti. Ebbene ciò che accade dopo diverse “peripezie” – sintetizziamo così – è un provvedimento contro la stessa Presidente – parrebbe una “censura” – provvedimento preso da un organismo, il cosiddetto Consiglio giudiziario plenario. Determinanti per questo atto contro un togato, sarebbero i voti della politica. Quando il precedente Segretario all’Informazione con la sua legge sull’editoria aveva previsto che per giudicare deontologicamente i giornalisti, ci voleva un organismo composto a maggioranza da politici venne giù – giustamente – il Monte: anzi venne giù proprio il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks! Ora auspichiamo che la stessa indignazione vi sia pure oggi. L’autonomia della Magistratura non può e non deve essere messa in discussione dalla politica. Senza quei pesi e contrappesi che garantiscono l’indipendenza dei poteri dello Stato non può esserci democrazia. San Marino sta portando avanti il processo di associazione con l’Unione Europea: l’Europa dunque non può girarsi dall’altra parte e fare finta di non vedere quello che sta succedendo nell’Antica Terra della Libertà. Ci si augura dunque che il Commissario Muižnieks trovi il tempo per capire ed eventualmente intervenire, come del resto ha già fatto in passato. Consigliamo alla minoranza e a chi sta a cuore il bene di questa Repubblica di sollecitare al più presto una presa di posizione e un intervento delle autorità internazionali anche se ad intervenire, forse, dovrebbe essere la Magistratura stessa…
