San Marino. Sul Titano si protesta contro l’aumento dell’Igr, mentre in Italia si tagliano le tasse a 13,6 milioni di contribuneti…

Due facce della stessa medaglia fiscale, a pochi chilometri di distanza. In Italia si annuncia un taglio dell’Irpef per 13,6 milioni di contribuenti, mentre a San Marino cresce la mobilitazione sindacale contro l’aumento dell’Igr.

Sul fronte italiano, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha fissato le priorità della prossima manovra: riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, con la possibilità di estendere la misura fino ai 60.000 se i conti pubblici lo consentiranno. Alle modifiche dell’Irpef si affiancherebbero un nuovo pacchetto di detrazioni legate al nucleo familiare e una revisione dell’Ires “premiale” per le imprese, con l’obiettivo di stimolare investimenti e occupazione.

A Roma si discute anche di rottamazione delle cartelle esattoriali, misura cara alla Lega ma che, precisa Leo, dovrà evitare di offrire vantaggi a chi “fa il furbo” pagando solo poche rate. Giorgetti ha invece chiuso nettamente la porta a ipotesi di accesso dell’amministrazione fiscale ai conti correnti, precisando che nessun monitoraggio diretto sulle giacenze bancarie sarà autorizzato. Sul versante dei bonus edilizi, il governo valuta infine di mantenere al 50% la detrazione sulle ristrutturazioni, che al momento dal 2026 dovrebbe scendere al 36%.

Mentre in Italia si studiano alleggerimenti fiscali per ampie fasce di reddito, sul Titano la prospettiva è diametralmente opposta. Qui i lavoratori si preparano a scendere in piazza con scioperi contro l’aumento dell’Imposta Generale sui Redditi (Igr), considerata un ulteriore appesantimento sulle buste paga già colpite da altri rincari.

Il paradosso è netto: da una parte il vicino stivale che prova a ridurre il carico sul ceto medio, dall’altra la Repubblica che vive un clima di crescente tensione sociale a causa delle nuove imposizioni fiscali. Un confronto inevitabile, che mette ancora più in risalto le scelte divergenti in materia di politica economica tra i due territori confinanti.