L’aspetto più stridente nel rapporto sempre impari tra settore pubblico e settore privato d’impresa, figlio ancora di logiche politiche assurde, di cui ancora racciogliamo amari frutti quotidiani, è la qualifica attribuita all’On.le Congresso di Stato di DATORE DI LAVORO…??!!
Il Congresso di Stato, composto oggi da sette Segretari di Stato, è attualmente anacronisticamente per la Legge 31/98 il Datore di Lavoro di tutto il settore della Pubblica amministrazione e dei settori pubblici allargati, leggi AASPL, AASS, ISS, ecc.ecc. sarà possibile ????
Questa decisione legislativa fu giustificata dai legiferanti dell’epoca con la teoria e con l’assunto che il Congresso di Stato in quanto organo decisionale dello stato ha il “ potere di spesa” e quindi solo lui può adempiere al pagamento degli adempimenti ed adeguamenti previsti diretti od indiretti della sicurezza sul lavoro. Nulla di più inesatto.
Di fatto non è così perché tutte le Direzioni Generali delle AZIENDE PUBBLICHE e settori pubblico allargati,hanno di fatto la possibilità economica, con le assegnazioni dei fondi di bilancio da parte del Bilancio dello Stato, di adempiere agli obblighi ed alle spese occorrenti alla applicazione delle norme elementari di sicurezza sul lavoro per i propri dipendenti.
Questo atto inconsulto di fatto esautora dalle proprie responsabilità dirette tutti i Dirigenti e tutti gli Organi Presidenziali amministrativi (consigli di amministrazione pagati) del settore pubblico “scaricando” su un evanescente Congresso di Stato le responsabilità del Datore di Lavoro. Trattasi di uno dei tanti atti “scarica responsabilità” presenti nel settore pubblico, ottenuti con potenti connivenze sindacali, a fronte di stipendi esagerati e mansioni fumose se non irrisorie ed appunto deresponsabilizzate.
In vari anni di consulenza professionale,diretta od indiretta per le aziende private e pubbliche , anche in cause civili e penali nel settore, ho personalmente trovato sempre un certo imbarazzo nello stesso Tribunale e nei Commissari della Legge che di volta in volta si approcciano con le tematiche infortunistiche quando si trovano di fronte al datore di Lavoro di 4.000 dipendenti pubblici che è di fatto l’Organo Esecutivo dello Stato, il Congresso di Stato appunto…e non ho mai avuto notizia di sentenze civili o penali che poi vadano a rintracciare le persone fisiche che pro-tempore sono gli stessi Segretari di Stato, con nomi e cognomi.
Allora c’è qualcosa che non funziona ovviamente e che si vuole continuare a non fare funzionare sempre, a mio avviso, per la logica di mantenere il privilegio della “casta” dirigenziale pubblica deresponsabilizzata e poco-nullafacente ma molto pagata. Non basteranno piccoli contributi solidaristici in questo caso per rifare all’indietro una strada ormai troppo ripida e dissestata.
Proviamo ad aggiungere una “carta” al gioco della Sicurezza sul Lavoro …e “caliamo” …. il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai Rischi Aziendali in breve il R.S.P.P. per accorgerci che ancora il sistema di confronto sulla SICUREZZA DEL LAVORO tra pubblico e privato non funziona.
Nel settore delle imprese private, nelle associazioni datoriali,della Consulta delle Libere Professioni, il R.S.P.P. solitamente è per legge impersonato da un “professionista tecnico” iscritto ad un albo professionale tecnico (ingegnere,architetto, geologo,geometra,perito industriale, ecc.) , in possesso di qualifiche e corsi abilitanti previsti per legge, con anche specifica assicurazione ponderata anche sul rischio civile, che svolge direttamente il ruolo ed i compiti previsti per legge tramite incarico/designazione del datore di Lavoro privato. Addirittura il Professionsita potrebbe svolgere anche il compiti dello stesso Datore di Lavoro nel momento in cui gli siano espressamente delegate con atto notarile le “capacita’ di spesa dirette” per gli adempimenti collegati all’applicazione delle misure di sicurezza aziendale.
Capacità dirette e responsabilità dirette senza alcun dubbio sono alla base del rappporto professionale nel settore privat.
Nel settore Pubblico e cosidetto “Allargato” purtroppo avendo come referente un Datore di Lavoro Congresso di Stato, di fatto è come non avere nessun referente in quanto non si è mai visto il Congresso di Stato o singoli Segretari coinvolti direttamente in cause giudiziali e/o coinvolte a dare disposizioni in merito a Dirigenti e Presidenti dei vari Cda pubblici.
Solitamente nel settore pubblico vengono nominati RSPP dipendenti interni alla P.A. con funzioni abbastanza nebulose o talmente vaste che di fatto né comprimono l’attività a poco/nulla o solo alla gestione di subappalti di servizi a terzi per cercare di “tappare le falle” più significative……….in pratica tutte “chiacchere” più che sostanza. Sempre nel settore pubblico allargato nondimeno il RSPP non è più un Libero professionista ma un dipendente pubblico, talvolta anche un medico, che comunque a fine mese incassa uno stipendio probabilmente maggiorato di qualche buona “indennità” (non si dovevano eliminare tutte???) ma a cui poi cambia poco la vita se il settore pubblico si evolve e si riallinea al privato o tutto rimane sempre come prima per magari per qualcuno approfittare del far poco o far meno….a tal scopo si vedano i risultati a mio avviso scadentissimi delle Aziende Pubbliche (AASS ad esempio,) in tema di gestione della sicurezza degli appalti, dei controlli sui cantieri e della gestione del sistema sicurezza in generale, almeno fino a poco tempo addietro. Parimenti nel settore privato un tecnico della sicurezza non iscritto ad un albo professionale, anche se con qualifiche e corsi abilitanti superati, può fare il RSPP solo di una ditta e solo se assunto dipendente della stessa azienda e non lo può fare per più aziende nello stesso tempo, ed in ogni caso non può firmare nessun atto esterno a quel tipo di rapporto di lavoro subordinato senza timbro professionale dell’Ordine corrispondente.
Forse è il caso di mettere le mani alla legislazione del settore anche per semplificare e sburocratizzare gli adempimenti formali che ormai “uccidono” qualsiasi libera attività, sempre di più nonostante si voglia raccontare altro….pur mantenendo lo spirito fondante della legge che è fermamente intesa a “migliorare” le condizioni di lavoro dei lavoratori in particolare e più in generale della società produttiva.
Dr. Fabio Pedini
Amministratore CPSA srl