AVVERTENZA PER I LETTORI. Come ogni editoriale GiornaleSM pubblica solo un punto di vista di un proprio lettore senza prendere nessuna posizione in proposito.
”Da giorni si legge e si commenta riguardo allo sciopero in atto nel settore bancario.
Aldilà delle proprie convinzioni personali,(va comunque osservato come sia l unico sciopero riuscito negli ultimi anni) riguardo a quanto questo sia o meno opportuno, vanno rilevate alcune considerazioni che vanno aldilà della contingenza contrattuale.
La prima cosa che salta all’occhio è come questo sciopero testimoni una mancanza di visione unitaria da parte dei sindacati, situazioni simili vengono infatti trattate in maniera opposta.
E’ di pochi mesi fa la conclusione della trattativa sul rinnovo del contratto del pubblico impiego, contratto chiuso senza nemmeno adombrare la possibilità di un minuto di sciopero; paradossale visto che il risultato della trattativa ha portato malumori di più di una categoria e degli aumenti ben al di sotto dell inflazione; un bel tacer va fatto poi sulla cavalleria dimostrata dai sindacati riguardo ad oltre 10 anni di arretrati non pretesi…Situazione che, aldilà dei 10 anni persi, rappresenta anche un precedente molto molto pericoloso per il mondo del lavoro.
Ora, le federazioni che rappresentano i bancari, invece, fanno muso duro e tutelano fino in fondo i propri rappresentati, quali i motivi di tanta discrasia? Artereosclerosi del movimento sindacale? Mancanza di personalità nelle federazioni del pubblico impiego? Sudditanza dei sindacati rispetto al governo?
A voi l ardua sentenza; va detto, non tanto per rincarar la dose ma per dover di libertà intellettuale che rispetto al contratto del pubblico impiego non vi è mai momento più propizio di quello pre elettorale, perchè il sindacato abbia voluto chiudere il contratto pa attirandosi le ire dei dipendenti (su vari e controversi temi) senza colpo ferire rimane un mistero.
A chi scrive preme rilevare la differenza di trattamento di differenti categorie, aventi le stesse ragioni (forse la pa ne aveva ancor di più visto la notevole differenza di mensilità rispetto al settore bancario e l aver tra i propri ranghi anche personale con stipendi da 1400 euro).
Organizzazioni sindacali definite generaliste, che, dunque, dovrebbero organizzare al proprio interno tutta la complessità del mondo del lavoro, devono, per definizione realizzare univoche politiche di tutela dei propri rappresentati, pena la deflagrazione delle organizzazioni stesse, nei fatti, nei comportamenti che esse stesse tengono.
Come fanno le OO.SS. a spiegare il perchè di tale differenza di trattamento, delle due categorie in questione? A dire il vero il tema tocca anche il settore industria, che, tuttavia, ha chiuso il contratto molto tempo prima e non aveva un arretrato ingente come pa e bancari.
Una politica sindacale, di un sindacato generalista, che promuova tali differenze tra le categorie rappresentate, è una contraddizione in termini, errore marchiano che porta alla parcellizzazione del sindacato.
Va da sè che tale atteggiamento porta vento in poppa a chi stesse pensando di creare un sindacato di categoria nella pa, che, anche se dalla legge attuale non sarebbe riconosciuto, rappresenterebbe comunque un gruppo di pressione con cui fare i conti, dati i circa 4000 dipendenti in forza nella pubblica amministrazione; dipendenti che, oltretutto sono i depositari dei servizi essenziali del paese.
Un lettore