Il termine del 30 giugno, che avrebbe sancito la stabilizzazione automatica degli insegnanti precari dopo tre anni di servizio, è ormai passato senza che la maggioranza politica abbia definito una posizione chiara e condivisa sulla questione. Nel frattempo, sono mutati anche gli impegni presi con l’accordo del 2022, con l’eliminazione dell’allegato 2, che prevedeva concorsi e una fase di prova, su richiesta degli stessi insegnanti.
Il Governo ha scelto di sospendere il meccanismo automatico di stabilizzazione, rinviando ogni decisione a fine anno, una scelta che il PSD interpreta non come un semplice rinvio, ma come un’opportunità per elaborare scelte responsabili e ben ponderate.
Il Partito Socialista Democratico, nelle parole dei suoi esponenti, sostiene che questa sospensione dovrebbe rappresentare l’occasione per una vera riforma del sistema scolastico, andando oltre il semplice accordo sindacale e valorizzando il ruolo fondamentale della scuola come fulcro della comunità e luogo di formazione delle nuove generazioni.
Il PSD definisce inaccettabile l’attuale condizione di precariato, che costringe molti insegnanti ad attendere anni prima di ottenere stabilità, ma mette in guardia contro soluzioni di tipo automatico o sanatorie che non tengano conto della qualità e delle competenze necessarie nel lavoro educativo.
Per il PSD, è indispensabile aprire un dibattito serio sulla scuola che si vuole costruire: senza una visione chiara, nessun metodo di selezione potrà essere realmente efficace o giusto. Serve adottare criteri che riconoscano non solo l’anzianità, ma anche l’attitudine all’insegnamento, la qualità della relazione educativa e il ruolo sociale e culturale degli insegnanti.
Il partito sottolinea inoltre come la realtà della denatalità abbia già portato a un calo degli studenti, con classi meno numerose e cattedre sempre più contese. La gestione di questi cambiamenti richiede responsabilità, bilanciando diritti, sostenibilità economica e qualità dell’insegnamento.
Il PSD si dichiara pronto a collaborare, soprattutto con i Segretari di Stato Teodoro Lonfernini e Andrea Belluzzi, per trasformare questa fase in un’opportunità di svolta, abbandonando la stabilizzazione come strumento politico e aprendo la strada a una scuola più moderna e condivisa.
Nel discorso del PSD, l’insegnante è indicato come figura centrale del cambiamento culturale, capace di offrire competenza, ascolto, equilibrio umano e capacità di relazione. La scuola deve sostenere i docenti nel loro ruolo educativo, coinvolgendoli in un progetto comune, e valorizzare il ruolo dei dirigenti scolastici come guide educative, non semplici gestori di burocrazia.
Il partito conclude affermando che non servono compromessi di comodo, ma decisioni coraggiose e responsabili per il bene della scuola, dei suoi lavoratori e di chi la vive ogni giorno.