Gentilissimo Direttore,
Le scrivo per capire se ho capito.
Se una azienda bancaria ha nel proprio bilancio crediti per 220 e una posta che si chiama “altre attività ” per 450, e ad entrambe fanno riferimento degli attivi deteriorati (npl) di valore lordo superiore a 1.200, e se la posta di bilancio di 450 è garantita dallo Stato, cosa succede se vendo i 1.200 a 109? Succede che (forse) i 109 allungano la vita della azienda (che dovrà darsi da fare a raschiare il fondo del barile per pareggiare i 220 senza subire perdite); però la banca non potrà più contare sui 1.200 per cercare di incassare il più possibile, al fine di ridurre la posta rimasta nel bilancio per 450.
Agli amministratori della banca forse questo non interessa, perché hanno “messo in sicurezza” la banca stessa…ma per i cittadini invece il problema si pone, perché sarà lo Stato a dover immettere risorse (prese dai loro portafogli) per coprire la perdita, non più colmabile con le attività della banca perché queste attività non ci sono più.
Sono state vendute.
A che prezzo? Al prezzo giusto…. certo. Però per chi sia giusto questo prezzo non si sa….
Sicuramente per chi ha comprato: mi sembra di ricordare di aver studiato a scuola che un commerciante (in questo caso di npl) compra ad un prezzo per ottenere un guadagno che è un prezzo moltiplicato più volte.
Allora perché la banca ha rinunciato a questo potenziale maggior valore incassabile e si è accontentata del prezzo ricevuto?
Perché glielo ha detto la Commissione Finanze? E i componenti della Commissione Finanze come si porranno davanti ai cittadini quando dovranno spiegare che le porte della stalla sono state aperte e non ci sono più le mucche, da cui ricevere il latte, perché sono state vendute?
Non ho capito proprio.
La ringrazio e Le formulo i miei apprezzamenti per il lavoro che svolge e per il coraggio con cui lo svolge.
Un lettore”