Potrebbe essere una coincidenza, ma mercoledì scorso abbiamo notato che in una caditoia di acque bianche c’era depositata un sostanza di colore verde brillante, come si vede nelle foto che alleghiamo all’articolo.
Non possiamo sapere se si tratta di un marker – anche se lo speriamo – o di uno sversamento di vernice, come forse è più probabile, effettuato dopo la fine di rappresentazioni in Città, nel centro storico. Occorre che chi è deputato a fare i controlli accerti subito l’origine e specifichi, anche attraverso comunicati stampa, la sostanza che ha colorato il corso del fiume.
Dopo 5 giorni, la foto è stata scattata mercoledì pomeriggio, l’Ausa ha assunto la stessa colorazione.
E’ ancora giustificabile che nel 2017 non ci debba essere un impianto di depurazione nel territorio sammarinese ove far confluire tutti gli scarichi del Titano e si paghi fior di quattrini all’Italia per lo smaltimento dei nostri reflui? E’ possibile ancora usare l’Ausa come discarica e collettore fognario? anche solo di acque bianche, che poi alla fine tanto bianche non sono! Basta frequentare il Parco Ausa e sentire l’odore di fogna in prossimità del fiume.
Occorre una seria politica ecologista e impedire di far confluire i nostri scarichi nei nostri torrenti, qualunque essi siano; ciò è prioritario e la politica non può far finta di nulla! Come sino ad ora ha fatto.
Proprio in questi giorni a Riccione, zona Marano, anche la Goletta Verde ha evidenziato questo problema e molti nostri lettori riccionesi (lettori del nostro Giornale di Riccione) hanno puntato il dito contro il Titano. San Marino deve diventare virtuosa su questo argomento e non essere più derisa dal sindaco di Rimini Gnassi.
Occorre prendere coscienza di questo grave problema, mappando tutti gli scarichi – probabilmente abusivi – nei nostri torrenti e impedire questo vero e proprio abuso che lede sia la natura, il nostro territorio che tutti i cittadini.
/ms
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