Al di là dei toni utilizzati da coloro che fino a ieri – forse ancora oggi – hanno fatto gli interessi di bassi personaggi e che probabilmente farebbero bene a farsi un esame di coscienza prima di aprire la bocca, troviamo particolarmente interessante il dibattito sui “rinviati a giudizio al governo”. Detto che se qualcuno andrà realmente e finalmente a fondo sui fatti degli ultimi tre anni immaginiamo che in parecchi avranno questo problema… In primissima battuta ci complimentiamo con Rete per il coraggio. Mandare al governo persone su cui pende un rinvio a giudizio è certamente un atto forte, attraverso il quale si vuole inviare un messaggio altrettanto chiaro. Non vogliamo in questa sede soffermarci sui tanti problemi della giustizia o strumentalizzare alcuni fatti già emersi e sviscerati su queste pagine. Al contrario sappiamo che il Tribunale ha bisogno di serenità, autorevolezza e indipendenza. Se si vuole tagliare col passato bisogna agevolare questi punti. E’ fondamentale dotare le toghe di tutti gli strumenti necessari, a cominciare da una riforma del codice penale. Ma torniamo a Rete. Proprio il fatto che una forza che fino a ieri faceva certe battaglie ideologiche oggi mantenga un atteggiamento diverso, può solo portare il Paese a fare un salto di qualità in materia di garantismo e tutela dei diritti delle persone. Un modo nuovo di approcciarsi e un precedente importante che dovrà però valere per tutti e non a corrente alternata, come ha giustamente sottolineato in Aula il Consigliere di Libera Rossano Fabbri. In realtà non è solo la “qualità” del reato a fare la differenza. Per quanto sia ovvio che rubare una mela non possa essere paragonabile a un fatto di mafia, ad esempio. Il punto focale è che quando ci si sente intimamente innocenti non si può e non si deve mollare. Neppure se il reato di cui si viene accusati è particolarmente grave e odioso. Piuttosto si ha il dovere di combattere perché la verità emerga. Per questo non possiamo che salutare positivamente la svolta garantista del neonato esecutivo ricordando, per l’ennesima volta, che si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Ora avanti tutta con le riforme e con i fatti: non ci stancheremo mai di scriverlo. La gente non mangia con le chiacchiere, né francamente dovrebbero tangere gli attacchi inutili e beceri di chi come Attila ha messo a ferro e fuoco la nostra Repubblica. Anche perché come emerso ieri duranti i lavori dell’Aula, certa gente perde il pelo ma non il vizio. Ancora dobbiamo sorbirci – dalle attuali opposizioni – vergognosi attacchi contro tutto e tutti persino – nuovamente – contro la nostra Reggenza. Per essere chiari rappresenta un insulto all’intelligenza “sputare” contro l’attuale maggioranza e l’attuale governo quando ancora non si era neppure insediato e contestualmente chiedere condivisione e spartizione delle varie commissioni e scranni. Pensavamo di avere assistito al peggio col governo dei disastri, ma come insegnava qualcuno al peggio non c’è mai fine.
