SAN MARINO. TAVOLO RIFORMISTA, CELLI: ORA SI FA SUL SERIO

MORINI. FRAMMENTAZIONE DI PALLINESimone Celli non intende uscire dai giochi della riunificazione della sinistra sammarinese, ne’ tanto meno dal Partito socialista, di cui si ritiene a pieno titolo esponente e consigliere. Proprio per questo convoca oggi la stampa, la prima dalle sue dimissioni dalla segreteria del Ps, da Palazzo Pubblico, per rivendicare la propria parte nel progetto del “tavolo riformista”, plaudere agli sviluppi e dare alcune indicazioni a tutti i compagni di avventura. “Le mie dimissioni sono effettivamente servite a qualcosa- esordisce- dopo mesi di tentennamenti e resistenze piu” o meno palesi, il Ps sembra aver deciso di partecipare in modo convinto ai lavori del tavolo riformista”.

Evidentemente, “ero io il problema e l’ostacolo – aggiunge amareggiato e ironico – che impediva al Ps di compiere una scelta netta in questo senso”. Ma con le recriminazioni la chiude qui: “L’unica cosa che mi interessa -prosegue subito- e’ che il progetto ricostruzione dell’area riformista stia assumendo sempre piu’ sostanza e concretezza, giorno dopo giorno”.

Celli si riferisce al testo sottoscritto nei giorni scorsi da Ps, Psd e Su in cui “si parla in modo chiaro e inequivocabile di superamento della frammentazione dell”area di sinistra riformista attraverso creazione di una realta” nuova”. Per il consigliere socialista “e” giunto il momento di fare sul serio”.

Di qui le sue tre indicazioni: deve essere “un progetto inclusivo- spiega- va bene partire da tre sigle, ma bisogna avere la capacita” di allargarne i confini, confrontandosi anche con i consiglieri indipendenti e con quei settori della societa’ civile senza rappresentanza politica”.

Ma soprattutto,”deve essere un progetto a vocazione maggioritaria”, puntualizza. “Non si puo” partire dal presupposto che i riformisti sono minoranza nel Paese- lamenta- e’ la visione classica della sinistra che ama essere perdente e che non mi appartiene, la sinistra puo’ e deve essere vincente”.

Seconda direttiva: “E’ necessaria una politica delle alleanze realista e ragionevole, basata sulla visione di società comune, non su una sommatoria di sigle e calcoli matematici”. L’unita’ dei riformisti “non deve nascere contro qualcuno- prosegue- ma i riformisti non devono essere succubi di nessuno”.

Infine, terzo presupposto: il progetto deve basarsi sul rinnovamento totale dei gruppi dirigenti. “Ci devono essere persone senza contiguità nelle vicende giudiziarie attuali- manda a dire- non è rottamazione, ne scontro generazionale, ma è questione di buon senso se si vuole rompere con un passato squalificante”.

Infine, a chi dice che l”unità riformista cancella storia e tradizione socialista, Celli replica: “Al contrario è l’opportunità per rilanciare valori e ideali socialisti”. (Cri/ Dire)