San Marino. Tavolo riformista, Federico Crescentini: “Bisogna accelerare”.

Federico CrescentiniIl presidente di LabDem sprona i componenti del progetto di sinistra: “I tempi sono maturi”.  Bocciato il progetto di Rossi e Berti: “Nutro da sempre una certa diffidenza verso chi vuole commissariare la politica in nome dell’avanzata dei tecnici. Lo vedo come un pericolo per la democrazia”.

Lo abbiamo scritto anche ieri: sono giorni di grande fibrillazione a Palazzo. Le grandi manovre per la definizione dei futuri assetti politici sono ormai partite. Prima l’iniziativa dell’avvocato Mularoni, poi il “manifesto” del tandem Gian Nicola Berti-Alessandro Rossi e infine le dichiarazioni dello stesso Berti che ha annunciato la fine della legislatura dopo il voto sui referendum con annesse polemiche legate alla sua candidatura a Capitano Reggente. Come se non bastasse nelle ultime ore e? emersa la possibilita? addirittura di una fusione in Consiglio tra il gruppo di Sinistra unita e l’indipendente Simone Celli, vicino all’associazione LabDem di cui e? creatore uno dei suoi fedelissimi ai tempi del Ps, Federico Crescentini. Fusione che, secondo alcuni, potrebbe venire ufficializzata prima dell’inizio del prossimo Consiglio.

Crescentini, partiamo dalla fine. La prossima sessione del Consiglio segnera? l’ingresso di LabDem in Sinistra unita?

“Per prima cosa non ci sono decisioni definitive. In secondo luogo, non si tratterebbe di un ingresso di LabDem in Sinistra unita ma piu? semplicemente di un accordo di collaborazione a livello consiliare. Infine, ogni scelta dovra? essere compatibile con il percorso intrapreso dal Tavolo riformista”.

Gia?, il Tavolo riformista. Secondo lei i riformisti sono pronti alla competizione elettorale?

“I riformisti sono pronti a ogni evenienza, e? certo pero? che l’avvicinarsi delle elezioni impone di imprimere una forte accelerazione al percorso di aggregazione portato avanti dal Tavolo riformista. I tempi sono maturi e non bisogna farsi cogliere impreparati da una sempre piu? probabile conclusione anticipata della legislatura”.

Mi permetta una provocazione: secondo voci di corridoio non mi pare ci sia un grande entusiasmo attorno al Tavolo riformista. Gli stessi protagonisti, al di la? delle dichiarazioni di facciata, non sembrano credere fino in fondo a questo progetto. Lei cosa ne pensa?

“Se qualcuno non crede all’unita? dei riformisti, lo dica chiaramente. Non se ne puo? piu? dei tatticismi della vecchia politica. Con l’iniziativa del prossimo 25 marzo il Tavolo riformista deve candidarsi a guidare il prossimo governo, mettendo a disposizione della comunita? sammarinese una piattaforma politico-programmatica di alto livello. Alle prossime elezioni i cittadini dovranno avere la possibilita? di votare per una forza unitaria del socialismo europeo che si ponga come punto di riferimento di un’alleanza orientata al progresso economico, civile, sociale e culturale”.

Quando lei parla di forza unitaria del socialismo europeo, pensa ad un partito, ad una lista o piu? semplicemente ad una confederazione?

“In termini di prospettiva ovviamente penso ad un partito unico che, raggruppando socialisti, democratici, progressisti, liberali, laici e ambientalisti, possa puntare a rappresentare almeno il trenta per cento dell’elettorato. Francamente non so se prima delle prossime elezioni riusciremo a dar vita ad una nuova formazione politica, mi sembra infatti che i tempi purtroppo si stiano restringendo notevolmente. Cio? non toglie che il percorso deve essere portato avanti con coraggio, determinazione e soprattutto con l’ambizione di raggiungere il livello di aggregazione piu? elevato possibile. Le formule contano poco, l’importante e? che ci sia la sostanza sul piano politico”.

Cosa ne pensa del progetto lanciato dal consigliere Gian Nicola Berti e da Alessandro Rossi?

“Alcune valutazioni possono essere condivisibili ma personalmente nutro da sempre una certa diffidenza verso chi vuole commissariare la politica in nome dell’avanzata dei tecnici. L’invocato superamento delle categorie “destra” e “sinistra” per lasciare spazio al “partito delle persone perbene e competenti” e? un ragionamento molto superficiale, che sinceramente mi trova perplesso. Lo vedo come un pericolo per la democrazia”.

L’unica soluzione, pertanto, e? l’unita? riformista intesa come alternativa alla Dc?

“Non mi piace parlare di alternativa. L’unita? dei riformisti non deve nascere “contro” qualcosa o qualcuno, ma “per” rilanciare il Paese dopo anni di crisi economica e declino sociale. Dobbiamo creare una grande organizzazione del socialismo europeo, che abbia vocazione maggioritaria nel senso che pratica una politica delle alleanze ragionevole e realista ricercando convergenze sul proprio progetto di futuro. Basta inseguire gli alleati a destra e a sinistra. Chi vuole governare con noi, deve sapere quale modello di societa? intendiamo realizzare ed e? da li? che deve iniziare ogni ragionamento. Le alleanze devono fondarsi sulle cose da fare, non piu? sulle formule matematiche”.

A proposito di “cose da fare”. Quali provvedimenti promuoverebbe nei primi cento giorni di attivita? di un eventuale prossimo governo a guida riformista?

“Le indico schematicamente undici punti: attuazione di un piano per l’abbattimento della burocrazia e per la semplificazione normativa; riforma del mercato del lavoro puntando a rendere piu? dinamico e flessibile il sistema del collocamento; informatizzazione delle procedure amministrative, per facilitare le relazioni tra amministrazione pubblica e utenza; riorganizzazione della PA, sancendo definitivamente la separazione tra il potere di indirizzo della politica e il potere di gestione spettante ai responsabili degli uffici; potenziamento delle infrastrutture tecnologiche, a partire dalle telecomunicazioni; passaggio al regime Iva sul modello europeo; abolizione di tutte le forme di potere concessorio facente capo ad organismi di natura politica; definizione di un pacchetto competitivita? per l’attrazione di investimenti esteri di alta qualita?, eliminando i fattori di debolezza presenti nella legge in materia di sviluppo economico del 2013; elaborazione di un piano strategico delle opere pubbliche da realizzare con una concreta sinergia tra pubblico e privato; introduzione del reddito di inclusione sociale per sostenere le persone e le famiglie in stato di difficolta?; istituzione di un gruppo di studio per la progettazione di un nuovo strumento di pianificazione urbanistica che superi il devastante Prg del 1992”.

Davide Giardi, La Tribuna