San Marino. Telecamere nelle aule scolastiche? I recenti fatti di cronaca accendono il dibattito sul Titano. …. di David Oddone

bimbi asiloMorganti contrario: “Non si combatte cosi? il bullismo”.

In un mondo sempre piu? globalizzato dove la privacy rappresenta soltanto una cornice, diventa sempre piu? complicato e assai poco agevole fissare dei paletti. Da un lato c’e? chi sostiene in nome della sicurezza controlli sempre piu? pregnanti. Dall’altro vi e? chi si scaglia contro il massiccio utilizzo di dati, informazioni, immagini personali.

Lo spunto per parlare di un argomento sensibile e sentito arriva ancora una volta dalla cronaca, sia italiana, che sammarinese. E’ di ieri la notizia di due insegnanti della scuola materna di Domagnano denunciate dai genitori di un bimbo. Quest’ultimo si e? rotto labbro e denti dopo essere stato presumibilmente spinto da un compagno.

Da qui le accuse di omesso controllo, accuse rese ancora piu? dure dal fatto che esisterebbero precedenti analoghi nel plesso ora finito sotto inchiesta. Dopo la pubblicazione dell’articolo, abbiamo ricevuto diversi commenti da parte dei nostri lettori, uno in particolare lo riproponiamo qui di seguito: “Salve, ho letto la notizia dell’asilo di Domagnano (…) mi chiedevo come mai non facciamo come in Italia dove proprio in questi giorni sono emersi casi eclatanti di bambini picchiati nelle scuole e anziani vessati nelle case di riposo. Se non ricordo male anche qui a San Marino ho letto di un anziano che avrebbe subito alcune violenze fisiche e psicologiche. In Italia vengono usate le telecamere per inchiodare i responsabili e non c’e? possibilita? di negare o raccontarla. Si potrebbero dunque posizionare delle telecamere fisse nelle aule e in particolare uffici della pa cosi? non avremmo piu? problemi e gli insegnanti lavorerebbero meglio e piu? tranquilli. E piu? tranquilli saremmo pure noi genitori”.

Per completezza di informazione va detto che in Italia le telecamere negli uffici pubblici vengono utilizzate solo su disposizione dell’autorita? giudiziaria in particolari indagini codificate dal codice di procedura penale. Si tratta di “classiche” intercettazioni ambientali che diventano sia audio, che video. In caso di denuncia – come nell’ultimo episodio emerso in Italia relativamente a possibili maltrattamenti ai danni di bambini- gli ufficiali di polizia giudiziaria incaricati dalla procura procedono al piazzamento di tutti quei ritrovati tecnologici che successivamente possono essere utilizzati in un’aula di Tribunale per dimostrare i fatti su cui su vuol fare luce.

Sul Titano da questo punto di vista siamo all’anno zero in quanto solo da poco la magistratura puo? contare sullo strumento delle intercettazioni. Altro discorso e? quello di posizionare con la consapevolezza di insegnanti o medici, telecamere fisse nei plessi scolastici o nelle strutture per anziani. E’ chiaro che una proposta del genere potrebbe certamente racchiudere in se? numerosi  vantaggi, ma allo stesso tempo potrebbe essere vista come una intrusione della privacy e del lavoro.

E’ anche vero che filmare – ad esempio – una intera mattinata scolastica potrebbe garantire certamente una tutela dei nostri ragazzi. Le immagini potrebbero essere raccolte per un determinato lasso temporale e la visione potrebbe essere garantita solo ai magistrati e in particolari ambiti preventivamente decisi e codificati in modo da tutelare gli stessi insegnanti. Sara? comunque dura fare passare un messaggio del genere, vista l’accoglienza riservata a suo tempo alle telecamere piazzate in territorio come deterrente per i furti. Anche in quel caso si innesco? una veemente polemica con richieste di chiarimento e dubbi sulla riservatezza dei dati.

Ma vediamo sempre grazie all’ausilio dei nostri attenti lettori un altro ambito interessante nel quale potrebbero essere utili i filmati: “Sono sempre piu? numerosi i fatti di bullismo (…) le telecamere potrebbero rivelarsi un ottimo deterrente (…) nelle aule scolastiche ma anche nei parchi e nei luoghi frequentati da giovani”. In questo modo l’intero territorio, sia all’interno di edifici, che nei luoghi pubblici, verrebbero “spiati” dal grande fratello. Il gioco vale la candela? Una domanda capace di spezzare in due l’opinione pubblica.

Al momento registriamo il pensiero del Segretario alla pubblica istruzione, Giuseppe Maria Morganti: “Sono contrario, il nostro sistema scolastico e? aperto ed esistono rapporti di interdipendenza che rendono impossibile atti di abuso o violenza. Il bullismo invece si combatte partendo dalle famiglie che non sempre sono compartecipi nei processi educativi e si pongono in difesa dei figli senza valutare i fatti”. Il dibattito e? aperto.

David Oddone, La Tribuna