San Marino. Telejato chiude, la mafia ringrazia – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Caro Pino, ho appreso con grandissimo dispiacere della chiusura di Telejato, il 5 maggio.

Una data non banale, come non sei banale tu.

Una bellissima notizia certamente per i mafiosi che hai combattuto nei lunghissimi anni in cui hai fatto il giornalista con la schiena dritta, senza paura, rimettendoci in salute e in serenità.

E dove non è riuscita la mafia, ha vinto la burocrazia, visto che le frequenze sono state vendute al 5G. Telejato infatti per continuare a vivere, avrebbe dovuto pagare 40mila euro, soldi che non ha.

Nel 2016 il mio amico e collega Pino, era stato indagato dalla procura di Palermo per una presunta estorsione ai danni di due amministratori comunali.

Dopo un lungo e sfiancante procedimento giudiziario, l’8 aprile del 2021 è stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”.

C’è poco da aggiungere.

Fare questo mestiere sfidando i poteri forti non è semplice. Ci si rimette sempre e comunque.

Chi lo fa deve essere pronto a rinuncia a qualcosa.

Ci sono tantissimi modi per colpire una penna scomoda.

E un proiettile in testa forse non è la modalità più subdola.

Alle ormai note querele pretestuose, si sommano le calunnie. Quelle fanno più male di tutte.

Per minare la credibilità di chi non sta zitto, si inventano storie mortificanti, che per chi ha fatto della dignità il proprio modo di essere e di vivere, sono peggio di morire.

Ho seguito da vicino la vicenda di Pino. Lo ho sentito, ci ho parlato quando veniva evitato da tutti, proprio perché era stato colpito al cuore non solo come giornalista, ma soprattutto come uomo.

Ricordo come fosse ieri quando coi ragazzi di Sottomarino parlavamo di mafia a San Marino, quando ancora se ne negava la presenza in territorio, quasi fosse un fenomeno caratteristico solo dell’estremo sud!

Io e Pino siamo stati additati, colpiti, scherniti, calunniati, per la sola colpa di avere fatto il nostro mestiere ed avere squarciato un velo di omertà.

E quando la mafia si annida addirittura nelle Istituzioni, fra i servitori dello Stato, allora la battaglia è impari ed è impossibile non soccombere, per quanto sia forte la volontà di un guerriero.

Il 5 maggio da questo momento è un giorno triste. Un giorno in cui si registra la caduta di una voce libera, una voce genuina che ha fatto qualcosa di speciale, di realmente buono per la propria comunità.

Ma quando penso a Pino, non mi viene in mente alcun “Ei fu”, perché lui è tuttora in prima linea, a combattere per ognuno di noi. E la sua battaglia deve diventare per forza di cose la nostra battaglia, essendo la mafia una condizione mentale.

Mi permetto allora anche a nome di tutti i sammarinesi di ringraziare “Telejato” per tutto il bene che ha fatto in questi anni, nella speranza che questo sarà solo un arrivederci.

Pino, non mollare!

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”