San Marino. Teodoro Lonfernini a tutto campo. Ai commercianti: “Neppure a me piace la Smac”

smacLa politica è in fermento. Gli scontri più accesi si sono animati in settori vitali per il Paese quali sanità, economia e turismo. Abbiamo così colto l’occasione per una intervista al Segretario Teodoro Lonfernini che non le manda a dire e si toglie qualche sassolino dalle scarpe.

Segretario, partiamo dai numeri del bollettino di statistica in riferimento alla sua delega. Che dati coglie?

“La ringrazio di questa domanda perché mi offre l’occasione di ribadire con forza che sono positivi e che dobbiamo esser felici di questo. Positivi poi, subito dopo un anno difficile ed instabile come il 2015. I dati dunque ci dicono che stiamo di nuovo crescendo in termini di presenze e lo testimoniano quelli relativi ai flussi pari a circa il 2% in più. Ciò in cui soffriamo sono i turisti veicolati in pullman su cui stiamo cercando di intervenire, intercettando nuovi gruppi provenienti da interessanti nazioni che possono guardare al nostro Paese con rinnovato interesse. Ecco perché la corretta promozione della destinazione deve esser fatta con convinzione in quanto prima di essere visitati dobbiamo esser visti e conosciuti, cioè noti”.

Spesso il turismo viene indicato come capro espiatorio dei mali di San Marino. E’ così? E’ il turismo il vero problema oggi?

“Assolutamente no, anzi ciò che ho premesso dimostra proprio il contrario. Il turismo e tutto il suo sistema è una grande risorsa per il nostro Paese. Ciò di cui si avrebbe bisogno in quest’opera di promozione sarebbe solo una maggiore collaborazione da parte di tutti, una maggiore sinergia tra tutti gli attori principali”.

Quali sono in concreto risultati che ha portato a casa e che dovrebbero metterla al “sicuro” dalle critiche?

“Tanti credo, ma non voglio di certo approfittare di questo momento per auto celebrarmi. Dico solo che tante cose sono state fatte, tante sono in corso di miglioramento, tante che ancora non vanno, ma di certo posso dire che non mi sono risparmiato nell’intraprendere dei nuovi sentieri su cui abbiamo lavorato in questi anni e non mi sono preoccupato nel cercare di rompere degli schemi che si erano consolidati nel tempo ma che non rispondevano più a logiche di ‘buone pratiche’ politiche od economiche”.

Perché allora questi continui scontri fra categorie e la sua persona? Non ci pare ci sia feeling fra lei e i commercianti…

“Non mi piace parlare di scontri, ma semmai di opinioni diverse. Direi poi ancora meglio di divergenze solo con alcuni soggetti che appartengono alla categoria. Guardi, non è questione di feeling o meno, si tratta solo di comprendere che insieme si vince, nel turismo come in qualunque altro settore, si tratta di rispettare i ruoli e di comprendere i tempi che sono profondamente cambiati, per cui anche le politiche che si devono perseguire sono diverse. Ecco io seguo una politica di cambiamento e riposizionamento del nostro sistema-paese, un lavoro difficile, che forse non a tutti piace ma che risulta fondamentale. Una cosa è certa: non mi farò condizionare da chi costantemente conta di ferirmi per le politiche che sono state intraprese in questi anni. Che ci piaccia o meno è troppo importante portare avanti questo lavoro, San Marino lo merita.

Restiamo sull’attualità stringente. I commercianti proprio in questi giorni lamentano il fatto che il parcheggio della stazione viene snobbato. Perché?

“Non è vero. Non viene snobbato, anzi tutte le aree del nostro centro storico o quelle ad esso molto vicine e molto funzionali sono oggetto di costante attenzione e coinvolgimento da parte nostra. Ci sono poi aree che avrebbero bisogno di una maggiore rivalutazione da un punto di vista della offerta commerciale, tanto da poter esser poi una maggiore attrazione per lo shopping dei nostri ospiti: l’area della ex stazione è già oggetto di questo lavoro e progettualità”.

I commercianti lamentano altresì grossi problemi nel porta a porta tra cui il fatto che si passa a portare via l’immondizia solo dopo le 10 lasciando un centro storico impresentabile per i turisti. Che ne pensa?

“Penso che una parte di verità ci sia, nel senso che almeno nei mesi di maggior flusso turistico si debba ripensare anche l’organizzazione di servizi fondamentali quali quelli appunto della raccolta rifiuti, proiettandolo verso una maggiore sensibilità gli aspetti estetici del centro storico. Detto ciò il servizio funziona anche attraverso la totale collaborazione degli stessi operatori commerciali, i quali devono anche rispettare gli orari di consegna che sono sempre conseguenti agli orari di apertura degli esercizi. Dal canto mio ho deciso di proporre alla azienda pubblica una anticipazione della raccolta per agevolare la visita dei nostri ospiti senza la visione dei rifiuti lungo le contrade”.

Arriviamo alla Smac. Detto fra me e lei: le piace ciò che è “diventato” questo strumento?

“No, non mi piace dal momento in cui è diventata uno strumento esclusivamente fiscale anziché uno strumento, come era stato pensato, per favorire gli acquisti interni. Non mi piace inoltre quando queste situazioni diventano un problema per i nostri ospiti ed i loro acquisti. Sono per il rispetto da parte di tutti dei sistemi di cui ci dotiamo ma non complichiamoci la vita”.

Dopo le prossime elezioni dovesse arrivare un governo all’interno del quale risultasse nuovamente vincente la Dc, riprenderebbe la delega del turismo?

“No, perché sono un forte sostenitore della logica di alternanza nelle responsabilità politiche ed in più perché qualora la coalizione in cui farà parte la Dc dovesse avere di nuovo responsabilità di governo mi voglio porre nuovi obiettivi e nuovi impegni”.

La faccio litigare con i suoi colleghi. Le altre Segreterie stanno sostenendo la sua o si sente lasciato solo a se stesso in compagnia della palpabile rabbia degli operatori?

“Sarò estremamente sincero. Non sempre ho avvertito da parte dei colleghi di governo, quella capacità di fare squadra e di sostenerci fino in fondo nelle difficoltà.  L’ho sempre affermato: il Turismo e le sue politiche sono spesso considerate la ‘cenerentole’ del nostro sistema, quando invece anche i dati ed i report internazionali ci invitano a credere maggiormente nelle sue potenzialità. Questo lavoro non posso condurlo da solo. Questo ritengo sia il grande limite presente oggi nell’intero scenario politico; limite che sicuramente dovrà nel tempo esser eliminato con un corretto lavoro di riforma anche del sistema politico-istituzionale”.

Domanda politica. Visto quello che sta accadendo con le Finanze ad esempio, ha senso andare avanti?

“È una domanda a cui potrò rispondere con più compiutezza nel momento in cui inizieremo il lavoro sulla legge di bilancio. Sarà l’ultimo banco di prova di questo governo e questa maggioranza. Dal canto mio, ritengo ci possano essere le condizioni per proseguire questa avventura politica e continuare a garantire al Paese ancora la stabilita che merita. Di cose da fare ce ne sono ancora tante se si vuole usare il giusto buon senso aldilà dei desideri politici”.

Che cosa si aspetta dalla prossima Finanziaria?

“Mi aspetto di lavorare in forte prospettiva, considerando quel lavoro come un vero e proprio progetto economico per il vicinissimo futuro e non svolgere nuovamente il mero esercizio ragionieristico che possiamo tranquillamente lasciare a qualche burocrate del momento. Detto questo, mi aspetto un lavoro concreto su piani di investimento infrastrutturale, piani concreti di carattere finanziario-bancario, piani concreti a sostegno della impresa ‘reale’”.

Con l’aria che tira secondo lei la Dc rivincerà le elezioni? Non crede che un turno “fermi” potrebbe farvi bene e magari portare ad un ricambio generazionale?

“Non ho la sfera di cristallo, ma posso ritenere che l’impegno della Dc sarà massimo anche alle prossime elezioni generali. La Dc si è sempre contraddistinta per una sua grande capacità politica di governo e non credo affatto che sospendere per un periodo di tempo le responsabilità del Paese possa favorirla. La Dc ha contribuito nel tempo a costruire il futuro anche di quei giovani che oggi si dovranno sentire sempre più impegnati negli interessi del Paese”.

Che cosa risponde a chi vede ultimamente una certa vicinanza di vedute fra voi e Rete?

“Dico che ci vede poco”.

Fantapolitica allora vedere Dc e Rete assieme alle prossime elezioni?

“In politica non vince mai la logica delle chiusure a prescindere, ma in tutta onestà ci sono troppe distanze che separano la logica politica che noi perseguiamo da quelle che muovono i pensieri del Movimento Civico Rete Ascoltarsi è rispettoso e legittimo ma pensare che un giorno le nostre forze si troveranno insieme a condividere un governo credo che sia molto improbabile”.

C’è chi parla di possibile restaurazione e poteri occulti che cercano nuovamente di prendere il potere. E’ così?

“No. No perché si è scelto con determinazione di contrastare la volontà di chi vuole nel caso governare il Paese senza rispettare le sue logiche democratiche ed istituzionali. Se c’è qualcuno ancora che vuole utilizzare certi ‘meccanismi nostalgici’ sono sicuro che gli anticorpi che abbiamo creato contrasteranno questi fenomeni”.

Tra chi chiede più autonomia agli organismi dello Stato e chi vede il primato dei partiti e della politica nel dare le linee guida lei da che parte sta?

“Io sto dalla parte del giusto equilibrio nella separazione dei poteri, che deve esser il faro che tutti gli attori della politica seguono, ma senza esser disincantato posso tranquillamente affermare che deve sempre prevalere la fermezza delle Istituzioni nel pieno rispetto dei ruoli di ogni organismo”.

Sono sempre più frequenti le voci di un rimpasto per aiutarvi almeno a mangiare il cosiddetto “panettone”. Riguarderà anche la sua delega? Può dirci qualcosa in più?

“Io sto già lavorando fattivamente al prossimo Natale delle meraviglie. Tragga lei le conclusioni od interpretazioni politiche”.

David Oddone, La Tribuna