La medicina antalgica, la terapia del dolore, rappresenta una branca ancora poco insegnata all’università, ma di grande importanza per la cura e la salute del paziente che tra l’altro, quando non è corretta o peggio non viene applicata, vede produrre alti costi sociali.
A fare il punto sullo stato dell’arte, in particolare del rapporto tra dolore e assistenza infermieristica, ci ha pensato San Marino, ospitando al Palace hotel di Serravalle una tre giorni di congresso organizzato dall’Associazione Sammarinese per lo Studio del Dolore in collaborazione con l’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore-AISD e la Fondazione Paolo Procacci, e che ha visto la partecipazione di oltre 270 tra medici, infermieri provenienti da tutta Italia, isole comprese.
Secondo un recente studio (Appeal: Advancing the Provision of Pain Education And learning), il primo a livello europeo sull’erogazione della didattica concernente la terapia antalgica, le scuole di medicina e chirurgia europee non prevedono suf- ficiente insegnamento in materia di Medicina del Dolore. Anche quando sono previsti corsi obbligatori, essi richiedono in media solo 12 ore di frequenza nell’arco di un corso di laurea della durata complessiva di sei anni, equivalente ad appena lo 0,2% della didattica erogata agli studenti di medicina durante i loro studi universitari.
Eppure sono sempre di più le applicazioni e la complessità della materia che trova però un grande ostacolo proprio nei medici che non potendo percepire il dolore provato dal paziente, tendono a concentrare la loro azione e attenzione più su altro.
Eppure il dolore, nel senso delle persone che provano dolore, ha una incidenza molto alta in costi sociali, a partire dall’assenza dal lavoro prolungata, fino alle cure, a volte anche sbagliate, ecc…
Nel congresso sammarinese è stato fatto il punto, presentando anche le recenti evoluzioni della normativa Italia a partire dal 2010.
La situazione sammarinese ha visto la nascita dell’ambulatorio antalgico nel 1999 divenuto col tempo sempre più complesso e strutturato raggiungendo la qualifica oggi di Unità operativa semplice, diretta dalla dottoressa vitalba vitale. Uos che rientra nell’Uo complessa di Anestesia e rianimazione, diretta dal dottor Nicolino Monachese. l’Uos eroga ogni anno circa 8mila visita ambulatoriale, non solo a pazienti sammarinesi e nel corso del 2013 sono state circa un centinaio le procedure di terapia antalgica interventistica.
Va infatti specificato che questa branca della medicina si occupa principalmente della sindrome del dolore dove il dolore è l’unico sintomo, oppure è l’unico aspetto curabile.
I casi possono essere alcune nevralgie conseguenza di altri eventi, come il fuoco di Sant’Antonio, oppure l’ernia del disco o altre patologie del rachide, o il dolore artrosico. Patologie e situazioni che possono incorrere anche in età giovanile o dopo i 40 anni. Per non parlare di situazioni in cui il dolore diventa cronico e rimane anche dopo un intervento chirurgico. E poi c’è tutto l’aspetto del dolore oncologico e delle cure palliative.
Fondamentale quindi è intervenire, e farlo adeguatamente, perché molti farmaci possono provocare nel tempo anche effetti collaterali seri.
E questo apre il campo ad un altra grande problematica della medicina del dolore, quella dell’utilizzo e della prescrizione dei farmaci oppiacei come la morfina.
In Italia, proprio dal 2010, la procedura è stata semplificata, non ancora invece a San Marino. Eppure i farmaci oppiacei si stanno dimostrando sempre di più come la scelta migliore, sotto tutti i punti di vista. (…) San Marino Oggi