Un report a tutto campo. Che travalica i confini geografici della Repubblica e considera tutta l’area circostante, fino a Cesena e Ravenna. Perché la malavita organizzata è come una metastasi e prolifera in maniera incontrollabile.
Il 13 dicembre, come già l’anno scorso, arriva la terza relazione della Fondazione Caponnetto, in conferenza stampa a Palazzo. A presentarla ufficialmente il presidente Salvatore Calleri, con i Segretari di Stato alla Giustizia Venturini e alle Finanze Capicchioni, che collaborano fattivamente al contrasto. Al loro fianco: Madailene Rossi, referente OMCOM per la Svizzera (la sigla sta per: osservatorio mediterraneo sulla criminalità organizzata e la mafia); Maurizio Pascucci, rappresentante dell’associazione Fiori di Corleone, e il sammarinese Gianni Ricciardi che quest’anno è stato insignito dell’onorificenza “Sentinella della legalità”.
Il metodo seguito per la stesura dei dati è quello dell’Intelligence, con una precisa verifica sulle diverse tipologie di presenze sul territorio: le organizzazioni criminali vere e proprie, quelle in odore di mafia e i reati spia, cioè da verificare.
A San Marino, i gruppi criminali tracciati, cioè che hanno interessi economici e non necessariamente che abbiano una sede, sono passati da quindici dello scorso anno, ad una ventina. Tra i gruppi censiti, anche quello di “Mafia Capitale” che operava tramite la società Fidens Project Finance, già sotto inchiesta. Sarà interessante vedere gli sviluppi. Ma rientrano anche la vicenda Vulcano 1 e 2, e clan come Vallefuoco, Mariniello, Schiavone, Stolder, Fidanzati.
Tra i reati spia, il presidente Calleri cita la vicenda dell’agente infedele, attenzionato per droga e per i festini. Sono occasioni in cui la criminalità si insinua molto facilmente.
Ma San Marino è nel bel mezzo di una questione morale nata dal Conto Mazzini, che lui definisce “madre di tutte le inchieste”
Dice: “Ci sono stati i risultati perché si è seguita la pista dei soldi”. E sottolinea: “Ma questo vuol dire che San Marino è in grado di fare pulizia al suo interno.
Campanello d’allarme sugli acquisti di bar, ristoranti, alberghi, negozi e sulle gare d’appalto. La mafia segue l’odore dei soldi. Poi arrivano i mafiosi.
Per questo Calleri avvalla la discussione politica che si è accesa sul nuovo decreto per la riforma degli appalti e si compiace con San Marino per tutta una serie di normative di contrasto alla criminalità organizzata. “Siete più avanti di altri Paesi” sottolinea.
Importantissimo è il settore dei sequestri e delle confische, su cui bisogna assolutamente insistere. Sono stati confiscati ultimamente ben 23 milioni di euro, di cui una parte, quelli dove ci sono le sentenze passate in giudicato, già riscossi dallo Stato.
“Questa è la strada maestra – dice Calleri – perché andare a toccare i soldi del malaffare, in un Paese così piccolo, può sicuramente migliorare i bilanci”.
E infine un avvertimento: “Nelle fasi politiche difficili, di passaggio come può essere questa, bisogna fare molta attenzione perché le organizzazioni criminali entrano con maggiore facilità. Basti vedere cosa è successo in Italia dopo Tangentopoli”.
Angela Venturini
San Marino 13 dicembre 2014