San Marino. Testimonianze “Caso Titoli”. Il piano di “controllo eversivo dello Stato” servito su un piatto d’argento al governo AdessoSm… Che lo ignorò! Anche Nicola Renzi (Rf) ammette: “Fu un errore!”

Enrico Lazzari

Era il 19 aprile del 2017 e il clima fra opposizioni consigliari e maggioranza del governo AdessoSm, insediatasi l’anno precedente, erano quanto mai tesi. In quella data i parlamentari della Democrazia Cristiana presentarono un esposto che, come riconosce il Procuratore del Fisco, Roberto Cesarini, del Processo 500/2017, meglio noto come “Caso Titoli”, era “volto a segnalare la presenza di precisi e circostanziati indici che segnano l’esistenza di un disegno opaco, silente ed inarrestabile che mira ad un controllo eversivo di alcune funzioni dello Stato, verosimilmente a servizio di alcuni deteriori interessi economici stranieri”.

Controllo eversivo di alcune funzioni dello Stato… Eversivo! Una conclusione che Francesco Mussoni (Segretario di Stato alla sanità ne Sicurezza Sociale di nomina democristiana nella precedente legislatura) in qualità di testimone, ha per certi versi condiviso: in quel dossier “avevamo ricostruito dei collegamenti fra, se non ricordo male, dirigenti di Banca Cis, dirigenti di Banca Centrale, dirigenti del gruppo Confuorti eccetera”. Un dossier confezionato -sono sempre concetti esposti dal teste- per evidenziare “collegamenti che in quel momento, per noi, apparivano evidenti” e depositato in Tribunale.

Noi -ha aggiunto lo stesso Mussoni- credevamo molto” nell’atto che “avevamo depositato”, ma “evidentemente altri non erano convinti di questo. Poi, però, mi pare che i fatti siano andati nella direzione che avevamo previsto”.

Visto che avevate messo in luce delle circostanze rilevanti -lo ha incalzato il Procuratore del Fisco-, non ci fu, in merito, una presa di posizione del Governo di allora?” “In quel momento -è il sunto della risposta- eravamo all’opposizione, maltrattati dal Governo…

Uno scambio di battute, questo fra il consigliere Mussoni e l’avvocato d’accusa nel procedimento 500/2017, che evidenzia come il governo dell’epoca, composto da una coalizione formata da Repubblica Futura e Ssd, avesse avuto gli strumenti per comprendere cosa stava succedendo. Per capire, quindi agire in efficace contrasto, che fosse in atto -e torno ad usare un’espressione di Cesarini- “un disegno opaco, silente ed inarrestabile” che mirava a raggiungere “un controllo eversivo di alcune funzioni dello Stato”. Ma non lo ha fatto. Forse non l’ha capito. Di certo non l’ha contrastato.

Come ha confermato, nel corso della stessa udienza, anche l’allora Segretario di Stato alle Finanze, Simone Celli, in qualità -a sua volta- di testimone: “…Il teorema rappresentato nell’esposto della Democrazia Cristiana, francamente, in quel momento non ci appariva così stringente”.

Sottovalutazione? O, come ha ammesso Nicola Renzi, Ministro degli Esteri di nomina Repubblica Futura, nel corso della medesima udienza è stato un errore non approfondire queste questioni” -quindi una chiara ammissione di responsabilità- riferendosi ai contenuti e ai “collegamenti” che facevano trasparire la mira, da parte di un gruppo di persone, di determinare “un controllo eversivo” di alcune posizioni chiave dello Stato? Non credo -alla luce di quanto noto oggi- che possano esserci dubbi sul fatto che sia stato un errore ignorare -in quel preciso momento- i contenuti di quell’esposto.

Sta di fatto che già nella prima metà di aprile del 2017, consiglieri di opposizione si resero conto di una situazione che nessuno, nel governo AdessoSm, prese in considerazione. Possibile -come si evince dalle testimonianze rilasciate da membri di governo presenti nel Comitato per il Credito e il Risparmio (Ccr, ovvero l’organismo congiunto che riunisce la governance finanziaria, Bcsm per intenderci, con rappresentanti di governo)- che semplici consiglieri di opposizone fossero a conoscenza di situazioni che chi governava il Paese e aveva rapporti diretti con i vertici di Banca Centrale ignorasse?

Quando parlo di responsabilità evidenti nel governo AdessoSM, nei Segretari di Stato di Repubblica Futura e di Ssd che lo componevano, mi riferisco a ciò. Non è necessario dolo per essere fra i responsabili dell’affermazione della cosiddetta “cricca”.

Ma i sammarinesi, che tutt’ora e chissà per quanto in futuro si ritroveranno danneggiati dagli eventi di quegli anni, hanno il diritto di sapere perché e per la responsabilità di chi. E qualunque maggioranza che si insedierà dopo il voto del 9 giugno ha il dovere di soddisfare questo loro diritto e di mettere in campo ogni iniziativa tesa ad evitare che i posti chiave della cosiddetta “stanza dei bottoni” della Repubblica di San Marino possano esser manovrati da “comandanti” inadeguati e non all’altezza del delicato compito.

Enrico Lazzari