San Marino. Tetto stipendi nella Pubblica amministrazione: buona la seconda

euro-soldi-pioggia-FOTOLIA-768x512Dopo il rifiuto delle scorse settimane, questa volta il Collegio dei Garanti ha dato il via libera alla proposta di legge del governo che recepisce il quesito accolto dalla cittadinanza lo scorso 15 maggio relativo alla riduzione del tetto agli stipendi Pa fino a 100 mila euro lordi.
La nuova proposta del segretario alle Finanze Capicchioni è stata vagliata, come prevede la legge, e accolta nei giorni scorsi e depositata in Segreteria istituzionale giovedì.
Il testo ricalca esattamente il testo del quesito referendario ed è composto da due articoli. Il primo prevede che “per la retribuzione del personale dipendente dello Stato, di Enti statali o comunque a partecipazione statale, delle Aziende Autonome di Stato, dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, del Tribunale Unico, della Banca Centrale della Repubblica, comprese le posizioni apicali degli Enti citati, è fissato un tetto massimo di euro 100.000,00 annui lordi, comprese indennità e consulenze”.
Il secondo stabilisce che “la presente legge entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua legale pubblicazione”.
Una scelta, quella di Capicchioni, che puntava quindi ad ottenere il via libera certo dei Garanti per poter presentare la norma nelle prossime sedute del Consiglio e così farla approvare insieme alle altre due, quella sulla preferenza unica e quella sull’abolizione del quorum, prima delle elezioni politiche che si terranno a fine novembre.
Ora la palla passa in mano al Consiglio dove sarà interessante vedere se e come le tre norme verranno approvate.
Non è un segreto infatti che buona parte delle forze politiche sia preoccupata per le conseguenze che i tre quesiti accolti dalla popolazione potrebbero avere. Da una parte c’è chi, come diversi i consiglieri donna, ha annunciato che non voterà la norma che istituisce la preferenza unica. Dall’altra invece c’è chi è pronto a presentare degli emendamenti per “correggere” il testo presentato dal governo.
Si parla ad esempio di escludere alcune categorie di lavoratori dall’elenco di coloro soggetti al tetto dei 100 mila euro lordi. Da quello che emerge il segretario Capicchioni avrebbe tentato di fare dei distinguo già nella prima versione presentata ai Garanti che però proprio per questo si sono visti costretti a rigettarla in quanto la legge sui referendum prevede che le proposte dell’esecutivo devono accogliere in toto i quesiti accolti dagli elettori.
Ma la stessa legge non vieta al Consiglio di modificare quelle proposte anche se poi subentra il rispetto della volontà popolare.

La Tribuna.sm