San Marino. I titanici avvoltoi che per un trentennio si sono cibati del fegato, del cuore e del cervello del popolo sammarinese, sono stati abbattuti dalla Magistratura in modo inequivocabile. … di Emilio Della Balda

emilio della baldaGLI  AVVOLTOI

I titanici avvoltoi che per un trentennio si sono cibati del fegato, del cuore e del cervello del popolo sammarinese, sono stati abbattuti dalla Magistratura in modo inequivocabile. Il dispotismo democratico al quale hanno dato vita sotto la regia della cricca ha prodotto danni enormi al Paese. Per ripararli ci vorranno generazioni.

Hanno addomesticato la maggioranza dei cittadini col clientelismo, distribuendo i soldi pubblici con posti e stipendi generosi, regali spropositati, sprechi di ogni tipo in cambio del voto. Hanno trasformato tanti sammarinesi, cresciuti tra grandi sacrifici e con grandi ideali, in spregevoli opportunisti pronti anche a  vendere la mamma insieme al voto. Hanno emarginato e perseguitato i pochi veri oppositori del regime, arrivando perfino a controllare e imbavagliare l’informazione.

Hanno anestetizzato l’orgoglio, la dignità e l’identità dei cittadini, per scorazzare nel mare dei soldi, per costruirsi una enorme ricchezza personale e per farsi una corte di miserabili plaudenti che prendevano le briciole della Grande Torta. Hanno spadroneggiato i partiti, ridotti a feudi in mano a ubbidienti nani e ballerine che hanno staccato la spina dal cervello in cambio di un incarico, di una carichetta o di un posto in Consiglio. Hanno schiacciato il merito, il talento, la competenza, l’impegno, l’onestà, gli ideali e i valori,  sostituendoli con le tessere dorate e la fedeltà di ladruncoli, faccendieri, approfittatori, speculatori, spregiudicati, mafiosi, interni, ma anche esterni.

Adesso si tratta di abbattere anche gli altri rapaci che stanno ancora svolazzando sul Monte, e di aprire una fase politica nuova, sotto un cielo pieno di rondini, per uscire dalla palude maleodorante nella quale ci hanno cacciato.

CHIEDO SCUSA AGLI AVVOLTOI IN QUANTO LORO MANGIANO SOLO PERCHE’ HANNO FAME.

                                             Emilio Della Balda