San Marino è da tempo ostaggio del caso targhe. Un problema che non accenna a risolversi e che anzi si aggrava ogni giorno di più. A fare con noi il punto della situazione è il presidente del Comites Diego Renzi.
In che modo il Comites si sta dando da fare per la questione targhe?
“Noi abbiamo cominciato a settembre a parlare di questo argomento organizzando una conferenza pubblica dove oltre a politici italiani auspicavamo fossero presenti anche quelli sammarinesi. Devo dire invece che né durante quella prima conferenza né durante la seconda organizzata a ottobre sullo stesso tema, si parlava appunto anche del decreto sicurezza (sul quale si è inciso su un paragrafo che parlava di cittadinanza e che abbiamo fatto cambiare) si è vista poca parte della politica nostrana intervenire al dibattito (2 persone alla prima conferenza, e 3 alla seconda, in rappresentanza sia della maggioranza che dell’opposizione). Si è piuttosto iniziato a parlare di ingerenze. Da notare che anche l’ambasciatore italiano, invitato a prender parte all’incontro, non è invece intervenuto. Abbiamo raccolto questa sensazione di abbandono da parte delle autorità che è stata condivisa da tutti i presenti i quali si sono stupiti di certe non presenze, considerati i personaggi intervenuti. Circa queste assenze non abbiamo capito la motivazione vista la nostra volontà di creare sinergie e dialogo a favore di tutti, in particolare di un Paese nel quale viviamo e il cui benessere sta a cuore a tutti considerata la ricaduta a pioggia sui residenti. Poi ci si lamenta se questi sono i risultati”.
Dopo di che è successo quello che è successo.
“Intervenire su un impianto di legge è molto più semplice che andarla a correggere con un’altra legge. A questo noi possiamo servire, e vorremmo dare il nostro contributo nella nostra qualità di cittadini con possibilità di voto, e quindi peso politico per ottenere soluzioni consone. Poi invece è successo un vero e proprio disastro, penso solo alle immatricolazioni visto che ne sono state perse un numero altissimo per San Marino, con tanto di perdita di bolli, e in futuro di monofase ecc… Noi ad oggi ci stiamo occupando di raccogliere una casistica. Voglio segnalarle ad esempio il grave disagio vissuto da persone che appartengono alle forze dell’ordine italiane e che magari sono sposate a San Marino. In questo caso parliamo di persone che non possono per motivi legati al proprio lavoro trasferire la propria residenza a San Marino e che dunque di conseguenza si trovano nella condizione di non poter guidare la macchina della moglie. Le dirò che abbiamo anche raccolto il caso di una persona che aveva fatto un investimento per il proprio padre disabile e che ora si trova in una situazione molto difficile. Aveva infatti acquistato un’auto attrezzata per trasportare il proprio padre accendendo un finanziamento. Ora questa persona deve però fare i conti con la legge ed essendo intestata al padre lei non può più guidare l’auto. Ha anche pensato di fare un passaggio di proprietà, il che però non è possibile perché il finanziamento era stato acceso a determinate condizioni ed intestato alla persona portatrice di disabilità. Una situazione paradossale ma ce ne sono tante altre, il resto della raccolta non può ancora essere rivelata per ragioni legati alla nuova legge sulla privacy la quale prevede l’espletamento di alcune procedure, sulle quali stiamo lavorando, con le difficoltà che può avere chi fa volontariato e rischia del suo per fare il bene comune. Per questo ci si è rivolti alla UCS (Unione Consumatori Sammarinesi) alla quale invitiamo tutti a rivolgersi per le proprie segnalazioni che verranno girate a tutti i possibili referenti, per risolvere quanto prima la situazione con la proposta di due deroghe essenziali: parenti e affini fino al terzo grado possono guidare l’auto con targa sammarinese, stessa cosa dicasi per i dipendenti di attività sammarinesi”.
Repubblica Sm