“Le regole di ingaggio del Fondo – scritte nell’ultimo report di Washington sul Titano – le conoscono tutti. E fanno paura: i soldi arrivano in cambio di sacri ci e austerity. ‘Un taglio alle pensioni, una sforbiciata di 10milioni alle spese statali’ snocciolano ragionieristici i tecnici dell’Fmi”.
E’ sotto gli occhi di tutti come il rating di governo e maggioranza presso le agenzie degli umori sammarinesi sia crollato impietosamente. Anche le cause, le maschere del cambiamento, sono ben note tanto che tra i sammarinesi spira uno strano vento di rassegnazione.
Destano invece ancora una gran meraviglia per chi lo guarda da fuori le macerie di un Paese che solo nel 2007 era il terzo più ricco del mondo. A scriverlo questa volta è stato lo scorso venerdì il prestigioso settimanale del quotidiano Repubblica in un articolo a firma Ettore Livini dove San Marino viene definita l’ultima improbabilissima vittima dell’austerity. “Il Pil è crollato del 30 percento – peggio della Grecia – centinaia di aziende sono fallite. E i nodi stanno arrivando al pettine tutti in una volta sola: solo per risanare la Cassa di Risparmio di San Marino servirebbero 500 milioni.
Come dire che ognuno dei 33mila abitanti (neonati compresi) dovrebbe versare un obolo di 15mila euro. Soldi che non ci sono, a meno di non smettere di pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici. Risultato: San Marino ha bussato all’Fmi chiedendo, si dice, un assegno da 300 milioni per tappare il buco (…). L’allarme sulla Rocca, però, è rosso.
Le regole di ingaggio del Fondo – scritte nell’ultimo report di Washington sul Titano – le conoscono tutti. E fanno paura: i soldi arrivano in cambio di sacrifici e austerity. ‘Un taglio alle pensioni, una sforbiciata di 10milioni alle spese statali’ snocciolano ragionieristici i tecnici dell’Fmi”. Così, azzarda il giornalista “un insegnante qui guadagna 3mila euro. Un lusso difficile da permettersi ora che c’è da tappare il buco delle banche e il lavoro (la disoccupazone è salita dal 6 al 12 per cento) non tira più come una volta”.
Chissà cosa avrebbe scritto il giornalista se le ‘fonti’ con cui si è potuto confrontare gli avessero rivelato non lo stipendio degli insegnanti, punto di vanto per un Paese civile, bensì l’elenco delle consulenze di Banca Centrale che sono costate ai sammarinesi in termini di milioni di euro gettati letteralmente dalla finestra a cui va aggiunta la potenza moltiplicatrice dei danni irreversibili e incalcolabili inferti al sistema bancario.
Perché infatti puntare il dito sui dipendenti pubblici e non sull’orda di barbari che ha messo a ferro e fuoco San Marino per poi andarsene via con tesoro e manleva? Dopo il saccheggio è rimasto ben poco ai sammarinesi che ora per trovare lavoro devono andarsene all’estero come ha raccontato a Repubblica il fondatore di Mister App Giacomo Agostini “Quando mi sono diplomato nel 2007 ho ricevuto in poche ore dodici offerte dai big del credito, oggi invece i giovani vanno all’estero per lavorare”. “La ricetta per far quadrare il bilancio – hanno detto Alessio Muccioli e Milena Frulli segretari del sindacato del pubblico impiego – è fatta solo di nuove tasse, patrimoniale, giri di vite scali e sulle pensioni più il taglio degli stipendi pubblici”. Nell’individuare le cause di un tale sfacelo il segretario agli esteri Nicola Renzi non ha resistito alla tentazione di rivelare la sua verità ovvero che “Le forze della conservazione hanno tutto da perdere se presenteremo a qualcuno il conto della crisi”. Ma che il cambiamento è stato solo di facciata lo ha ben detto il consigliere di Rete Roberto Ciavatta: “Sono le seconde leve di quelli che c’erano prima. Siamo al Gattopardo, cambiano volti ma logiche e burattinai sono sempre gli stessi”.
La RepubblicaSM