La questione vaccini non può e non deve essere percepita come un problema tutto sammarinese. Al contrario il Titano è integrato all’interno dell’Italia e dell’Europa. Di più: sta perfezionando l’adesione all’Unione Europea ed è membro a tutti gli effetti del Consiglio d’Europa. E’ allora incredibile che la piccola Repubblica non possa accedere alla propria quota di vaccini anti Covid, così come ogni Stato europeo, Italia compresa. Se non si vuole guardare alla “solidarietà”, che poi dovrebbe essere il vero faro guida della Ue, si tutelino quantomeno i frontalieri, circa 6 mila italiani, che fanno la spola fra Rimini, Pesaro e San Marino. Se non si ha alcuna intenzione di farsi carico, come sarebbe invece corretto e doveroso, dei nostri vicini di casa sammarinesi, almeno si pensi a quei lavoratori che operano in un Paese dove il vaccino non è ancora disponibile. Sarebbe davvero il caso che da Roma e Bruxelles si diano una immediata svegliata, perché fare parte di una “famiglia” nella quale non ci si prende cura del “fratello minore” non interessa proprio a nessuno. E’ il colmo rivolgersi alla Russia, ma forse è meglio così: almeno finalmente si supererà il “vincolo” di dover sempre e solo guardare all’Italia, quando al contrario l’orizzonte dovrebbe essere rivolto agli Stati Uniti, Mosca e Shangai.
David Oddone