Quante donne hanno dovuto sopportare minacce, aggressioni, insulti da capi e colleghi? Quante hanno visto la carriera bloccata per un rifiuto? Quante sono state offese, umiliate, mobbizzate e non hanno avuto la forza o l’occasione per reagire?
Sono quasi un milione e mezzo le donne in Italia che nel corso della vita lavorativa hanno subito aggressioni fisiche o ricatti sessuali sul luogo di lavoro. Sono molte di più quelle che subiscono ogni giorno minacce, comportamenti offensivi, umilianti, che violano la dignità, da parte di superiori, colleghi, altre persone in azienda o in ufficio. Pochissime ne parlano, ancora meno quelle che si rivolgono alle forze dell’ordine nonostante la maggior parte sia consapevole che si tratta di fatti gravi.
Come sempre, le statistiche italiane, con la dovuta proporzionalità, si riflettono su San Marino. Il problema è talmente sentito che, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ben tre Segreterie di Stato: Lavoro, Interni e Sanità, si sono collegate Gianni Rosas, direttore dell’Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro) per l’Italia e per il Titano, per approfondire i contenuti e gli obiettivi della Convenzione 190, che San Marino ha in corso di autorizzazione e ratifica.
La Convenzione 190 è il primo trattato internazionale sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro, è entrata in vigore il 25 giugno 2021, due anni dopo la sua adozione in seno alla Conferenza Internazionale del Lavoro dell’OIL.
La Convenzione 190 riconosce il diritto di tutti a un mondo del lavoro libero da violenza e molestie e fornisce un quadro comune di azione; introduce la prima definizione internazionale della violenza e delle molestie sui luoghi di lavoro, comprese la violenza e le molestie di genere. Le quali possono assumere diverse forme e possono causare danni fisici, psicologici, sessuali ed economici. Dal momento in cui la Convenzione è stata adottata, si è potuto verificare come l’esplosione della pandemia abbia ulteriormente evidenziato la rilevanza di questo fenomeno, con un aumento degli episodi di violenza e molestie sul lavoro segnalate in tutti i paesi, in particolare contro le donne e i gruppi maggiormente vulnerabili.
Proprio in concomitanza con l’emergenza sanitaria, San Marino è intervenuta in tema di lavoro per abbattere alcune disparità e lacune che si erano incrostate negli anni. A cominciare dall’allineamento pubblico privato nel momento in cui la maggior parte dei lavoratori hanno dovuto stare a casa a causa del lockdown e hanno visto riduzioni di stipendio. Contestualmente, l’introduzione dello smart working, anche in questo caso con le stesse regole per pubblico e privato. C’era un obiettivo di tutela della salute dei lavoratori, ma anche di tutela dei loro diritti. Un risultato ottenuto grazie alla sinergia tra le Segreterie Interni e Lavoro.
Rimane molto altro da fare, ovviamente, ma tornando al tema del giorno, c’è anche la consapevolezza che nessuna singola misura di politica o nessuna istituzione separatamente può porre fine alla violenza e alle molestie nel mondo del lavoro. È necessario un approccio integrato, che abbracci i diversi tipi di legislazione in maniera coerente e preveda l’azione coordinata di tutte le istituzioni competenti. La Convenzione promuove un’ampia protezione contro violenza e molestie, richiede che tutti i suoi aspetti integrino la prospettiva di genere e che prestino particolare attenzione a coloro che sono più vulnerabili o si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità.
I soggetti protetti dal nuovo strumento includono tutte le lavoratrici, i lavoratori e le altre persone nel mondo del lavoro. Estendendo la sua portata, la 190 guarda con lungimiranza alla natura mutevole del mercato del lavoro, andando oltre il luogo di lavoro fisico, come tradizionalmente inteso, includendo tutti settori economici e le circostanze in cui possono verificarsi fattispecie di violenza e molestie.
La materia è complessa e, sicuramente quando arriverà in Consiglio la ratifica della Convenzione, il dibattito aiuterà ad una sua maggiore comprensione. Soprattutto a mettere punto gli strumenti di denuncia perché nessun lavoratore, uomo o donna che sia, sia più costretto a subire alcun tipo di angheria, sopruso, prepotenza.
a/f