Grande, affascinante San Marino, piccolo gioiello incastrato tra le colline dei Guelfi e dei Ghibellini, dove il tempo sembra essersi fermato al Medioevo, ma dove c’è il Wi-Fi gratis e, fra le mura del Centro Storico, lo spritz a prezzi che farebbero impallidire un milanese!
Mentre il mondo là fuori si azzuffa per guerre, tweet al vetriolo e crisi climatiche, voi sul Titano vi preparate a celebrare la vostra gloriosa storia con il vostro sport nazionale più nobile: il Torneo della Libertà, il Campionato di Balestra Storica, in scena il 27 luglio 2025. Sì, avete capito bene, balestre. Quelle robe che Robin Hood usava per fare il figo, ma senza poter sfoggiare il fascino di un Kevin Costner con la frangetta.
Non fraintendetemi. Non sto dicendo che voi sammarinesi dovreste appendere al chiodo i sogni di integrazione europea. Ma, in un’epoca in cui la modernità ci bombarda di notifiche push e influencer che vendono tisane detox, c’è qualcosa di deliziosamente affascinante nel radunare un manipolo di arcieri in costume, armati di balestre, per un torneo che sembra uscito da un film di Mel Gibson. E, diciamocelo, è gratis! Dalle 8:30 alle 17:30, il 27 luglio, chiunque potrà godersi lo spettacolo senza sborsare un euro. Altro che concerti di rapper con autotune a palate e messaggi che farebbero apparire un sant’uomo anche Totò Riina…
Ma dietro le frecce, i mantelli e le pose da “io sono il Signore del Titano”, c’è qualcosa di più profondo. Questo torneo non è solo un tuffo nel passato per far felici i turisti con le reflex al collo. È un promemoria di chi siete: un popolo che, con un fazzoletto di terra e un pizzico di testardaggine, ha saputo difendere la sua libertà, la sua autonomia, il suo benessere per secoli. La balestra, cari sammarinesi, non è solo un’arma da museo. È il vostro emoji medievale, il simbolo di un’identità che non si piega né al tempo né alle mode. E in un mondo che corre verso l’oblio digitale, un evento come questo ricorda a voi che, ogni tanto, è bello rallentare, mirare bene e colpire il bersaglio.
Eppure, come sempre, c’è il rovescio della medaglia. Perché, diciamolo, il vostro Titano a volte sembra più innamorato del suo passato glorioso che di un futuro verso cui, a guardarvi bene, pare esser navigato a vista, come foste una barchetta in balia della tempesta. Bravi, davvero, i vostri giovani e meno giovani della Federazione Balestrieri, che con passione tengono viva la tradizione, sudando sotto elmi e mantelli mentre il resto del mondo twitta #YOLO.
Ma il Torneo della Libertà, per quanto affascinante, non basterà a tappare il buco nero nei conti pubblici, eredità di quella “Cricca” che, con la maestria di un illusionista, ha fatto sparire centinaia di milioni di euro dalle casse dello Stato. Parliamo di quel “gruppo criminoso” oggi rinviato a giudizio per associazione a delinquere, che con la liquidazione coatta di Asset Banca e le acrobazie finanziarie di Banca CIS hanno scritto un conto salato che voi sammarinesi pagate ancora oggi, neonati inclusi.
E il governo? Beh, sembra più impegnato a giocare a “tappabuchi” che a disegnare una San Marino del futuro. Dov’è il piano dettagliato, quel progetto globale che dovrebbe ridare ossigeno all’economia, al sistema finanziario, alla diffusione di un nuovo benessere nella società? Non si vede.
L’impressione è che si proceda a tentoni, come un arciere che tira al buio sperando di centrare qualcosa. Intendiamoci, la priorità è chiara: rimediare al disastro del decennio passato, quando la “Cricca” trasformava le banche in bancomat personali e la vigilanza in un circo. Ma senza una visione futura ben delineata e precisa, il rischio è di continuare a lucidare balestre mentre il mondo corre altrove.
Cari sammarinesi, andate a vedere, orgogliosi, il Torneo della Libertà. Applaudite i vostri balestrieri, che con passione tengono alta la bandiera del Titano, ma poi alzate lo sguardo. Chiedete al vostro governo di smettere di scoccare frecce a caso e di disegnare un bersaglio chiaro: un piano economico, finanziario e sociale che non solo tappi i buchi, ma faccia di San Marino un faro di innovazione, non solo di tradizione. Perché, in fondo, il Titano non merita solo di essere un bel museo a cielo aperto: merita di essere una leggenda viva, che colpisce il futuro dritto al centro.
Enrico Lazzari