Da tempo, anche se ufficialmente ancora l’inizio ufficiale non c’è stato, a San Marino il clima politico è quello della campagna elettorale.
Una vera e propria competizione e come in una competizione ci sono più squadre con più giocatori che si sfidano sul campo, con i rispettivi sostenitori sugli spalti o davanti agli schermi pronti a dare supporto.
Come già successo altre volte l’auspicio legittimo che una coalizione o una lista primeggi e vinca sull’altra diventa, da parte di chi vi partecipa e di chi fa il sostenitore, una questione prioritaria, rischiando sempre più di degenerare in scontri tra giocatori e in tifo da stadio da parte dei supporter.
E i temi e gli argomenti passano quasi in secondo piano perché a quel punto è l’attacco che conta.
Un paio di esempi pratici di temi passati in secondo piano, riguardano la formazione di liste e coalizioni, mentre l’altro è Banca Centrale.
Se guardiamo cosa è successo nella formazione delle tre principali coalizioni, possiamo partire dal fatto che una era già formata, quella cioè tra Dc e Ps e le altre erano in formazione ma avevano già due realtà abbastanza forti all’interno come Rete e Ssd. Con il Psd combattuto tra la Dc e Ssd e Civico 10 un po’ troppo attendista, cosa è successo?
Che la linea della Dc e quella di Rete hanno portato a spaccature e divisioni e anziché una grande coalizione capace di contrastare quella che sulla carta partiva con più consiglieri uscenti, quale cioè di Dc-Ps, ora ce ne sono due quella di Ssd con Rf e C10 e quella di Rete con Md-Smi.
Il risultato è stato possibile perché, da una parte la Dc ha fatto una corte spietata a molti esponenti del Psd, dall’altra Rete ha messo veti e fatto sì che anche i loro sostenitori in Md-Smi facessero i rigidi e puri contro possibili grandi aggregazioni, rispondendo a proposte con controproposte e impedendo di fatto, direttamente e indirettamente, la grande aggregazione.
L’esito è stato la spaccatura del Psd con i fuoriusciti di Per in Ssd e la fuoriuscita di alcuni esponenti da C10 che adesso sostengono Rete.
Ora, si possono mettere tutti i distinguo del caso, ma non si può prescindere dal fatto che a fronteggiare la Dc ci siano due coalizioni anziché una sola grande coalizione.
Anche su Bcsm il risultato è lo stesso, sia che lo si guardi dal punto di vista della Dc, sia che lo si guardi da Rete.
Il tema infatti è quello dell’autonomia di Banca Centrale e di come affrontare la questione dei crediti incagliati, cioè gli Npl.
La Dc propone una verifica interna dicendo “no” all’AQR (l’asset quality review), dato che non c’è allarmismo e sarebbe meglio una verifica fatta in casa dei crediti deteriorati. Anche perché ci sono i poteri forti che vogliono comprarsi il sistema bancario e la sovranità.
Per contro, anzi a favore, si trova stranamente anche Roberto Ciavatta di Rete che in una recente intervista ha dichiarato: “Non vorrei, visto che circolano voci in questo senso, che ingenerando un allarmismo che fino ad oggi non c’è stato, iniziassero a dire che salta tutto e che ci servono soldi-investimenti per salvare San Marino, comprandosi di conseguenza il sistema economico e bancario”.
Strade diverse ma stessa meta. Eppure chi ha iniziato a farlo notare è ora sotto attacco da parte del tifo da stadio.
Già una volta anche questa testata – sanmarinonews ndr – ha parlato delle strane convergenze tra esponenti della Dc e Rete. E come ricordato non siamo certo stati i soli.
L’hanno fatto altri media e l’hanno fatto anche altri movimenti politici come Su che si lamentò della “Rete di protezione” al governo.
Ora Rete e i compagni di viaggio che ha imbarcato, hanno capito che in tanti si sono accorti di queste convergenze e che rischiano di fare breccia nel loro elettorato. Così ultimamente hanno alzato i toni dello scontro e cominciato a prendersela con chi queste cose le mette in evidenza.
Il risultato però resta lì. Visibile e alla portata di tutti. Ed è piuttosto inutile prendersela con chi lo indica. D’altronde, che uno parta da Rimini percorrendo la Flaminia o parta da Brindisi percorrendo la via Appia, sempre a Roma arriva. Dire siamo diversi perché percorriamo strade diverse conta poco se il risultato o la meta sono gli stessi.
Ora resta in realtà da chiedersi se qualcuno nel corso della sua storia abbia cambiato i propri obiettivi. Noi una idea forse ce la siamo fatta. Ci ricordiamo infatti di quattro anni fa, quando sotto campagna elettorale gli allora candidati di Rete andavano a protestare contro i raduni della Dc perché erano contro le cene elettorali.
Eppure ora fanno loro le cene elettorali, o meglio, una vera e propria festa con tanto di Dj per la nascita della coalizione assieme a Md-Smi.
Un bel salto rispetto la protesta dura e pura di allora.
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