C’è davvero poco da stare allegri a San Marino perché sembra di essere tornati indietro di anni. Neanche il tempo di metabolizzare il rapporto dell’Antimafia, che in Italia si torna nuovamente a parlare del Titano per quanto riguarda il riciclaggio di danaro. In particolare è in sito internet ilcaffé.tv a fornire alcuni spunti circa l’operazione “Dark side”, della quale stanno parlando un po’ tutti i media. In sintesi l’operazione della polizia di Latina ha scoperto un traffico di rifiuti tossici interrati una cava di Aprilia in via del Tufetto. Il Titano dunque viene tirato in mezzo a fatti di cronaca gravi e molto seri:
“Da un lato, la Procura della Repubblica indica le seguenti otto società a responsabilità limitata della famiglia Piattella di Aprilia che gestiva la ex cava e riciclava, secondo gli investigatori, gli enormi proventi in attività lecite: Gruppo Piattella Srl con sede a Fossignano, nella campagna di Aprilia vicino Ardea, a due passi dalla chiesa Santa Maria della Speranza, e poi la Martina Logistica Srl, con sede a Pomezia nella centralissima via Roma, entrambe riferite dagli inquirenti ad Antonino Piattella, considerato il boss; ci sono poi la RM Trasporti, Edil Fossignano ed Eurocostruzioni 2008 Srl riferita alla moglie del presunto capo, la 51enne Roberta Lanari, e infine ben tre ditte riferite al figlio 22enne Riccardo Piattella, la Trasporti Piattella Srl con sede nel solito sito a Fossignano (Aprilia), Il Borgo Srl e Mille Idee Srl. Ai Piattella e loro presunti prestanome sono stati sequestrati beni per circa 15 milioni di euro. Secondo la Procura, si erano specializzati nel riciclaggio dei proventi illeciti, con una certa passione per la Repubblica di San Marino (minore tassazione) e i per terreni (gliene hanno sequestati 37)”.
Insomma come rileva anche il noto quotidiano “Il Messaggero” in un puntuale articolo a firma Michela Allegri e Marco Carta, i proventi del traffico, come nel caso del Piattella, sarebbero stati riciclati a San Marino.
(le foto in pagina sono generiche e d’archivio)