San Marino. Tragedia al Rally Legend. il pilota Bonaso si dispera. Sotto accusa le strisce bianco-blu viscide

schermata-2016-10-10-alle-06-41-07«Mi dispiace tantissimo, sono distrutto ma quella era una via di fuga. Io ho deciso di impegnarla perché mi sono reso conto che non sarei mai riuscito a fare la curva. Se poi sulla via di fuga si piazzano gli spettatori e ci mettono addirittura un trattore, non so proprio che fare».

Enrico Bonaso ha ancora le gambe che tremano quando, verso le 20.30, esce dalla caserma della gendarmeria di San Marino. È stato interrogato dall’autorità e ha fornito la sua versione dei fatti. Tragedia alla gara di San Marino: la sua Clio Maxi non ha curvato. Ma in quel punto non ci dovevano essere spettatori

«Pioveva e l’asfalto era diventato scivoloso. Quando sono salito con le ruote sopra l’attraversamento pedonale mi sono reso conto che non sarei mai riuscito a tenere l’auto in curva. Venivo da un rettilineo lungo circa 800 metri, ero in sesta piena. Se avessi provato a sterzare avrei travolto decine di spettatori, quindi ho scelto di fare ciò che fanno tutti i piloti quando si rendono conto di “andare lunghi”: ho impegnato la via di fuga».
Bonaso si dispera, sorretto dal suo amico e avvocato Carlo Covi. «È un miracolo se io e il mio navigatore siamo ancora vivi. Fatte le debite proporzioni, è un incidente che ricorda quello di Jules Bianchi in Formula 1. Non si possono impegnare in quel modo corsie concepite appositamente per motivi di sicurezza. C’era addirittura un ragazzo disabile in carrozzina, con il suo accompagnatore che indossava la casacca (la moglie e il figlio della vittima, ndr). Capisco che in quel punto la visuale era ottima ma le regole sono regole». Enrico Bonaso è un pilota di esperienza che da oltre 20 anni calca il mondo del rally.

«Anche i tre concorrenti che mi hanno preceduto avevano avuto problemi di stabilità. Quando inizia a piovere la vernice degli attraversamenti pedonali diventa molto scivolosa.

Purtroppo la gente non si rende conto che una corsa automobilistica non è una partita di calcio. È come dire che a Monza, a Lesmo, metti spettatori sulla sabbia perché si vede bene. Sono psicologicamente distrutto».

L’appuntamento di San Marino era molto atteso dal pilota padovano e dal suo navigatore Alice Palazzi. Venerdì sera la donna ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto di loro due in auto, con la tuta e il sorriso smagliante: «Noi… si parte!». Correvano insieme da tempo ed erano molto affiatati.

Quello di San Marino è un appuntamento clou per gli appassionati di rally. L’avvocato padovano Carlo Covi si trovava lì perché oltre che seguire le competizioni è anche un pilota vero e proprio. Ieri ha aiutato l’amico Enrico Bonaso a sbrigare le pratiche in sede di interrogatorio e ora lo assisterà in quella che sarà la vicenda legale.

«Corro ormai da 30 anni», ha detto il legale del foro di Padova. «E difendo piloti che si trovano a vivere simili tragedie. Purtroppo gli spettatori spesso non si rendono conto del pericolo che corrono alle manifestazioni sportive di questo tipo. Le regole della sicurezza spesso vengono ignorate». mattinopadova.gelocal.it