La crisi economica si abbatte sulle famiglie e non dà tregua: per far quadrare il bilancio bisogna tagliare il superfluo e nella gran parte dei casi non basta. La vita è sogno, scriveva Calderòn de la Barca, al giorno d’oggi perché lo sia occorre anche un pizzico di fantasia, ecco il cantiere dove nascono le fiabe. Ne abbiamo parlato con Marina Rossi, autrice di racconti per bambini.
Quanto è difficile da donna occuparsi della casa, prendersi cura di figlio e marito e trovare il tempo per dedicarsi anche alla scrittura?
“Posso farci una risata? Occuparsi della casa marito e figlio non è semplice, ma con amore e dedizione si fa tutto, e anche tanta tanta pazienza. Il tempo per la scrittura lo trovo soprattutto la notte quando loro dormono, se mi riesce possibile qualche volta anche durante il giorno devo rubare un po’ di spazio ad altro ovviamente. E quando succede in qualche modo diventa divertente, mi osservano e magari incuriositi chiedono su cosa sto scrivendo, soprattutto mio figlio, e proprio lì trovo l’ispirazione per qualcosa di magico, prendo una pausa, gioco con lui e subito ho un’ idea da scrivere” .
Da dove nasce il desiderio di scrivere racconti per bambini?
“L’ispirazione nasce fin da ragazzina, scrivevo su qualsiasi cosa fino a quando una mia zia ha trovato un mio quaderno dove scrivevo quello che provavo, fu proprio lei a dirmi di coltivare questa mia passione. ‘Non mollare mai, sento i tuoi stati d’animo’ mi diceva. C’è tanto amore in quello che scrivi, ironia. E invece per un lungo periodo ho accantonato questa passione, per gioco un’amica mi aveva chiesto di provarci così poco prima della pandemia è uscito il mio primo libro. Non mi sono più fermata, continuerò, forse un giorno scriverò anche altro ma per ora voglio divertirmi a scrivere per i bambini”.
Oggi l’attenzione ai racconti scritti da parte dei più giovani, è sempre più bassa. È colpa delle tecnologie? E cosa pensa della decisione del Consiglio Grande e Generale di accogliere l’Istanza d’Arengo che vieta i telefonini agli under 11 a scuola?
“Non saprei se è proprio colpa della tecnologia, oggi diamo spesso la colpa ad essa, qualche volta devo dire che torna utile, se pensiamo che può aiutare per la salute o ricerche importanti. La decisione che ha preso il Parlamento Sammarinese a mio avviso è più che giusta, sarebbe un bene che si estendesse anche nelle case ma non saprei se fosse possibile, o per lo meno riuscire a farlo per il bene dei bambini così forse tornano a giocare e sviluppare in meglio la loro fantasia e intelligenza, non fraintendetemi”.
Legislazione a parte ci viene spesso riferito che il ruolo del genitore è diventato molto più arduo da quando i telefonini sono entrati nelle case, a disposizione anche dei più piccini. Qual è la sua opinione?
“E’… forse ho risposto poco fa, il telefono è nato per avvicinare le persone secondo me le ha solo allontanate, in pandemia ci è tornato utile è vero. Ma ha distrutto molti, ha allontanato le coppie, i bambini se non giocano in modo virtuale ormai non è più un gioco, sono molte le volte che passo davanti ad un parco, sono vuoti, vuoti. Quando vedo i bambini non si sentono ridere, non si vedono correre, talvolta urlano perché il gioco è bloccato o stanno perdendo o vincendo. A me dispiace veramente tanto, così facendo sembra che il loro, come il nostro futuro sia bloccato in un limbo da cui non si riesce ad uscire: i telefonini sono entrati nelle case, a disposizione anche dei più piccini”.
Da voce fuori dal coro, come vede il futuro?
“Come vedo il mio futuro? Non saprei, spero meglio del passato… Mi vedono come una persona fredda e distante in realtà non mi conoscono affatto . Mi sto impegnando molto per renderlo migliore e riuscire nel desiderio di dare una vita un pochino più agiata a mio figlio. È dura, dovere dire spesso no perché non si può fare, fa molto male. Sono abbastanza impegnata con la scrittura, la famiglia è un impegno h25, a noi mogli e mamme il tempo rimane stretto, non ci bastano 24 ore . Mi auguro che vada meglio, anche se la pandemia ha accelerato tutti i fenomeni sociali principali già in atto, vorrei che ci fossero più forme di formazione per i ceti anche più bassi, dare più possibilità lavorative, così che le famiglie e neo famiglie possono pensare ad un loro futuro e non sentirsi bloccati o rifiutati. Se non ci fosse la paura che paralizza, la paura del fallimento forse mi lascerei andare di più e magari oserei anche in qualcosa che è fuori dalle mie abitudini, troverei il coraggio di fare un viaggio al di fuori dalle mia portata, riuscirei a garantire un futuro migliore a mio figlio che è quello che desidero di più, concedere qualche piccolezza che forse per lui è grande, e magari riuscire a essere più serena anche per me stessa. La serenità per la nostra salute è molto importante”.
A quando il prossimo libro? Ce ne saranno ancora?
“Credo che uscirà a febbraio, non ho ancora una data certa. Sarà un libro\diario che parla della bambina Margot, ormai donna che ha dovuto combattere contro il bullismo e ha imparato a cavarsela da sola, il diario lo utilizzava come sfogo, è diventato il suo migliore amico, lì sopra ci scriveva ogni sua esperienza. Margot diventata donna ha anche scritto l’esperienza della sua amica Anna che ha vissuto il covid . Ed infine la rinascita di Margot .Nel cassetto ci sono anche altri libri che aspettano di essere pubblicati, spoiler: sapevi che a San Marino nella notte la frutta prende vita e va a spasso per la città a conoscere il proprio Paese”?
David Oddone
(La Serenissima)