San Marino. Tre pecore e un ariete sbranati da un branco di lupi.

pecoraE? avvenuto nella notte tra lunedi? e martedi? tra Piandavello e Monte Pulito, in localita? Ca’ Montanaro, a pochi giorni dall’ultima carneficina.

Sandro Casali del Centro naturalistico: “Bisogna imparare a conviverci”. Pecore sotto l’attacco incrociato di lupi affamati. Dopo la pecora gravida di pochi giorni fa trovata morta in localita? Bruciate a Fiorentino, tra lunedi? e martedi? notte altre tre pecore gravide e un ariete sono state divorate dai lupi.

Non e? certo al 100% ma gli esperti – Guardie Ecologiche, veterinari e Sandro Casali del Centro naturalistico – pensano che la carneficina sia stata commessa quasi sicuramente da un branco di lupi. Questa volta e? accaduto all’interno di un appezzamento di terreno di proprieta? di un allevatore tra Piandavello e Monte Pulito, in localita? Ca’ Montanaro, al confine tra Domagnano e Faetano.

“Le pecore e l’ariete, che si trovavano all’interno di un recinto non a prova di lupo, sono state quindi attaccate da alcuni lupi che probabilmente – spiega Casali del centro naturalistico – vivono poco fuori dal confine della Repubblica e che nel corso della notte, attirate dalla presenza di prede facilmente attaccabili, come le pecore, sconfinano in territorio sammarinese in cerca di cibo”. Lo stesso allevatore, piu? o meno un anno fa, aveva perduto altre due pecore, vittime anch’esse di predazione da parte di lupi.

Si tratta quindi del secondo attacco ad ovini in pochi giorni nel territorio sammarinese, ed e? sicuramente il piu? grave verificatosi sul Titano dopo quello del 9 novembre scorso a Montegiardino in cui i lupi fecero fuori addirittura 6 pecore gravide. A causa di quest’ultimo attacco di lupi a Piandavello il Centro naturalistico ha piazzato ieri mattina alcune foto trappole a Ca’ Montanaro nei pressi del terreno in cui e? avvenuta l’ultima carneficina di pecore e delle altre due giorni fa a Fiorentino alle Bruciate. Casali spie- ga che “le foto trappole vengono predisposte per monitorare anche la volpe e il cinghiale”.

Cosa possiamo fare quindi oggi con l’aumento importante – mai avvenuto prima in Repubblica – della presenza di lupi in territorio? “Bisogna imparare a conviverci – afferma semplicemente Casali – e l’unica soluzione perche? le pecore non muoiano e? chiuderle la sera all’interno della stalla o in un recinto a prova di lupo”.

“L’esplosione demografica negli ultimi anni di caprioli e di cinghiali, come ultimamente quella di lupi, va di pari passo con l’aumento del territorio boschivo, perche? essi sono specie che seguono l’andamento della copertura boschiva, e siccome il nostro territorio si sta sempre di piu? ricoprendo di boschi, anche i lupi, che provengono magari da piu? lontano, dagli Appennini, si spingono a cacciare fino nelle zone collinari, ovviamente attirate dalla presenza di prede molto piu? facili da colpire, come le pecore appunto e per di piu? se lasciate libere.

Rispetto ad alcuni decenni fa per non parlare del periodo della guerra, in cui gli alberi venivano tagliati per fare la legna da utilizzare nei camini per riscaldare le abitazioni, oggi San Marino e? collegata ai territori limitrofi e agli Appennini da un fitto percorso boschivo nel quale vivono anche i lupi”. I boschi sono percio? una sorta di passaggio segreto in cui i lupi, coperti anche dall’oscurita? della notte, si intrufolano sul Titano in cerca di prede da cacciare. “Bisogna tenere conto anche che – aggiunge Casali – i lupi in una sola notte sono capaci di muoversi per decine di chilometri. A Villagrande, Sasso Simone e Simoncello ci sono decine e decine di lupi cosi? come nel bosco tra Albereto e Montescudo”.

Francesco De Luigi, La Tribuna