San Marino. Tribunale oggi. Processo a Celeste Barbieri per furto di assegni. Lei dice che era un prestito. Sentiti i testimoni Berti Paolo, Amati – titolare lavanderia e Migliavacca – collaboratrice.

tribunaleImputata Celeste Barbieri di furto di assegni emessi a favore di Michel Burgagni. Gli assegni erano della ditta di Berti Paolo, il quale ha denunciato il furto.

TESTIMONIANZA DI BERTI PAOLO: Confermo il contenuto della denuncia. Gli assegni oggetto di furto si trovavano in una cassettina di ferro chiusa a chiave riposta in un cassetto della mia scrivania non chiuso a chiave. Mentre la Sig.ra Migliavacca era a conoscenza del posto dove erano riposti gli assegni, Celeste Barbieri non ne era a conoscenza. Quest’ultima ha lavorato presso la mia ditta per due settimane. In quel periodo Migliavacca era assente, perché faceva la cantante nelle barche. Nella mia ditta era una consulente ed era presente saltuariamente. Quando avevo bisogno la chiamavo.

Dal momento che mi occupavo della vendita di vari articoli on line, Barbieri Celeste si occupava di rispondere alle mail delle persone interessate, di ricevere ordini.

Quando ho riscontrato la forzatura della cassetta di sicurezza ho fatto denuncia alla Gendarmeria. A mio parere è stata forzata perché mancava della vernice. Dopo questo fatto non si chiudeva più a chiave.

Quando mi sono accorto ho contattato sia la Migliavacca che la Barbieri. Quest’ultima si era assunta la responsabilità. Ho conosciuto la Barbieri attraverso un amico, che si chiama Alessandro Broccoli di Galazzano ed ha la mia età. Mi disse che aveva bisogno di lavorare ed era capace ad usare il pc.

La stessa aveva accesso all’ufficio come una normale impiegata. Quando la Barbieri arrivava io ero sempre in magazzino. Se primo del suo arrivo non c’ero, lei aspettava il mio arrivo.

Una volta terminata la collaborazione con la Barbieri, in caso di mia prolungata assenza dall’ufficio ero solitamente usare chiudere l’ufficio. Dopo il furto di questi assegni, la banca mi ha bloccato il conto, non mi ha più dato carnet di assegni.

Quando la Barbieri mi confessò che era stata lei a prendere gli assegni mi disse che era disperata. Mi prese alcuni assegni. Il primo che è stato fatto, di 300 euro, non mi sono accorto perché c’era il fido. Praticamente visto che ero agli inizi della mia attività avevo quasi interamente utilizzato il fido di 25.000 euro concessomi.

Non ho fatto nessuna denuncia in banca, perché mi sono fidato di lei. Mi assicurò che la restituzione sarebbe avvenuta nel giro di qualche giorno.

Battaglino: La Barbieri dice invece che aveva fatto un prestito e questi assegni sono a rimborso del prestito.

Mi sono fidato, ed ho sbagliato.

Battaglino: Il protesto è stato fatto per mancanza fondi e non per altro

Dopo queste due settimane di prova, non si è più presentata. Dopo il primo giorno che non è venuta, l’ho chiamata e mi ha risposto dopo due giorni dicendomi che non sarebbe più venuta.

Non so dove questi assegni, a me sottratti, siano stati usati o versati.

Ero solito firmare degli assegni in bianco per via dei pagamenti mensili. Poteva sorgere la necessità di corrieri che mi consegnavano la merce. Chiedevo l’intervento della Sig.ra Migliavacca che in tal caso sopraggiungeva in ufficio ed effettuava il pagamento utilizzando gli assegni già firmati da me. Prima dei fatti in questione non conoscevo Michel Burgagni. L’ho visto nel bar pasticceria ”Crema Caffè” di Dogana.

Conosco di vista Michel Burgagni, sapevo che usciva con la Barbieri Celeste e so che ha cambiato un mio assegno in una lavanderia.

Seppi dalla Barbieri che era stata lei a sottrarre gli assegni due giorni dopo l’aver riscontrato la forzatura della cassetta di sicurezza. Non presentai la denuncia di smarrimento o di furto in quanto non ero certo di aver riposto gli assegni. E’ vero che non presentai la denuncia di smarrimento e furto ma è anche vero che contattai il vicedirettore della filiale presso la quale avevo accesso il conto per informarlo che avevo degli assegni ”fuori”. E per chiedergli come avrei dovuto fare per bloccarli. Il vicedirettore mi disse che avrei dovuto presentare una denuncia di smarrimento e/o furto. Cmq nel giro di mezza giornata Celeste Barbieri mi confermò di aver sottratto gli assegni. Per questo motivo non presentai nessuna denuncia.

Testimonianza della Sig.ra AMATI Marina (titolare lavanderia): Confermo le dichiarazioni rese il 27 Ottobre 2011. Questo assegno mi sembra lo avesse già in mano la Barbieri, e Michel Burgagni chiese se l’assegno lo faceva lui o lei. Burgagni disse alla Barbieri disse: ”fai tu uno dei tuoi assegni o faccio uno dei miei”. Mi fidai ciecamente e gli diedi anche 200 euro in più perché l’assegno che mi diede era di 200 euro più alto della spesa effettuata da me. Guardai solamente se era una banca di san marino o meno. Non feci particolari domande sul conto corrente sul quale era tratto l’assegno. Prestai solo attenzione alla banca.

All’insoluto contattammo il Berti, e cioè l’intestatario del c/c , il quale mi disse che era stato sottratto da una ragazza che si chiamava Celeste. In proposito ricordo che avevo detto alla mia collega che l’assegno mi era stato da una ragazza che si chiamava Celeste.

Testimonianza della Sig.ra MIGLIAVACCA. (aiutante del Berti Paolo) E’ stata sentita dalla polizia Civile e confermo la dichiarazione data il 27 Ottobre 2011. Berti Paolo era un mio ex collega alla MMD e quando costituì questa ditta (tra il 2009 ed il 2010) mi propose di aiutarlo. Accettai. Svolgevo il lavoro di segreteria (anche da casa), anche on line cioè assistenza clienti e rispondevo alle mail. Quando ero in ufficio rispondevo anche al telefono quando Berti non poteva. Non ho mai preso assegni, ne svolto lavoro di contabilità. Rispetto a qualche fornitore è capitato di aver seguito il pagamento di questi attraverso il sistema pay-pal, quando i fornitori non richiedevano il bonifico. Non mi è mai capitato di fare pagamenti con assegni. Non mi ricordo se in mia presenza Berti avesse fatto assegni a fornitori. Ricordo però che Berti custodiva assegni e contante in una cassettina di ferro blu che era riposta all’interno di un cassetto in una scrivania. Io avevo la chiave di questa cassetta e me la dava quando si allontanava dall’ufficio, e talvolta ho prelevato del contante per pagare fornitori. La cassettina in questione era sempre chiusa a chiave. Non mi ricordo se dentro c’erano degli assegni già precompilati dal Berti. Già in precedenza però Berti mi aveva informato che stava provando una ragazza nella sua attività. All’epoca ci sentivamo frequentemente, dopo la prova di questa ragazza non ho più avuto contatti di collaborazione con Berti Paolo, in quanto avevo trovato una diversa occupazione. Per questo motivo non ho più avuto modo di andare presso la sua ditta e dunque non posso dire chi avesse aperto la sua cassetta. Quando Berti mi informò del furto degli assegni mi disse che la Banca lo aveva informato del fatto che uno dei suoi assegni era stato posto all’incasso. In quella occasione mi fece presente che non era stato lui a porre all’incasso quell’assegno. Questa fu l’occasione in cui Berti mi informò dell’accaduto. In sostanza Berti non mi aveva chiamato per informarmi semplicemente per informarmi che qualcuno lo aveva chiamato perché gli avevano sottratto gli assegni. Non so dire se Berti si trovasse in difficoltà economica, certamente in quell’anno di collaborazione Berti non era riuscito ad aumentare il volume degli affari. Ricordo di un prestito personale di suo babbo, o di un suo aiuto, all’inizio. Non ricordo se gli assegni nella cassetta fossero già firmati, o meno. L’ufficio ed il magazzino non erano comunicanti.

L’udienza viene sospesa.