San Marino. “Troppo facile dare la colpa agli altri”. William Giardi replica a Marco Podeschi: “Chi tradisce gli elettori non siamo noi”.

William Giardi e Remo GiancecchiIo non mi sono mai sottratto al confronto.

Certo è che non sono più disposto a ricevere insunti, minacce e dita sotto al naso come l’ultima volta”. William Giardi, da qualche giorno ex capogruppo dell’Unione per la Repubblica, risponde così alla lettera con cui il presidente del partito Marco Podeschi ha commentato nei giorni scorsi la fuoriuscita di Giardi, di Remo Giancecchi e di altri tre membri della direzione.

“L’unica cosa su cui sono d’accordo con Podeschi – spiega il consigliere a Tribuna – è che quando ci sono delle rotture in politica non ci siano né vincitori né vinti e noi non siamo usciti dal movimento per vincere o sconfiggere qualcuno”.

Quindi Giardi entra nel merito dei commenti lanciati da Podeschi. “Ha detto che il nostro progetto di semplificazione del quadro politico sammarinese e la creazione di un centro importante viene considerato risibile. Non mi meraviglio. All’interno dell’Upr si tende a ridere un po’ di tutto. Ma il progetto di semplificazione per creare un bipolarismo è diffuso in tante democrazie evolute. Certo – continua Giardi – è difficile e ambizioso e non so se la cultura politica sammarinese è pronta per un bipolarismo perfetto”.

Senza poi contare che un piano per compattare il quadro politico “è in corso anche nella sinistra, guidato da Ps e Psd. Non capisco quindi cosa ci sia da ridere”.

L’ex capogruppo invita poi i propri ex compagni alla riflessione: “Premetto che la mia decisione è stata anche sofferta ma se fossi nel presidente e nel capogruppo mi farei una domanda e proverei anche a darmi una risposta. Io, Giancecchi e gli altri siamo infatti gli ultimi di una serie di aderenti che si sono allontanati o sono stati costretti ad allontanarsi dall’Upr nel corso degli anni. Ed è troppo facile dare sempre la colpa agli altri”. Secondo Giardi il problema di fondo è uno: “Nel partito c’è un confronto solo di forma, non reale”.

Quindi la replica alla mancata discussione delle dimissioni all’interno degli organismi del partito. “Quello della forma sembra un problema solo mio. Anche Marco Podeschi – spiega ancora Giardi – non ha discusso anticipatamente all’interno del partito le proprie ‘dimissioni irrevocabili’ dal Consiglio e dagli incarichi del partito. Per cui come può criticare quello che ho fatto io? Tra l’altro lui si firma ancora come presidente ma anche il ritiro delle dimissioni non sono state discusse negli organismi e allo stato attuale le sue dimissioni da Presidente Upr sono ancora in essere fatto salvo una non sorprendente auto proclamazione.

Ma al di là di questo io ho richiesto con tre giorni di anticipo una riunione del gruppo consiliare, unico organismo verso il quale mi sentivo ancora in obbligo di riferire, per l’ultimo giorno del Consiglio di luglio dove avremmo comunicato le nostre decisioni”.

La riunione non si è svolta però perché “all’ultimo minuto Marco Podeschi ha comunicato che non poteva venire perché doveva preparare le valigie per andare in vacanza. Io ero disposto ad aspettare anche le 20 o le 21 ma lui ha detto che non ci sarebbe stato. Quindi – continua Giardi – se c’è qualcuno che non è stato disposto a guardare in faccia le persone è stato lui. Da parte mia c’era la volontà al confronto, certo non agli insulti.”

Il medico rispedisce al mittente quindi le domande retoriche di Podeschi inerenti la sua proposta politica. “Un Upr più ampio o più stretto risolverebbe forse i problemi del Paese? Un Upr più alto o più basso rilancerebbe l’economia? Non capisco perché il nostro progetto non risolve i problemi e il loro si. Se vogliamo quindi ridere ridiamo di tutti oppure, come vorrei fare io, prendiamo in considerazione le ipotesi di tutti”.

Secca replica anche all’accusa di tradire i propri elettori. “Da tempo – racconta Giardi – i miei elettori spingevano affinché me ne andassi e ora che l’ho fatto ho ricevuto molti apprezzamenti. Se poi come sembra l’Upr coinfluirà in un nuovo soggetto politico, chi tradirà gli elettori?”. “Infine – conclude il consigliere- sono contento che nessuno abbia smentito che la linea dell’UPR venga dettata da fuori il partito”.

Davide Giardi, La Tribuna