“Oggi San Marino ha bisogno di essere più snella, di avere ‘meno Stato’ e non di appesantirsi ulteriormente. Nella nostra visione, sarebbe opportuno che l’ente camerale del Titano venisse riformato in un’ottica di eccellenza, più aderente alle necessità delle imprese”.
È quanto dichiara Carlo Giorgi, sull’ultimo numero di San Marino Fixing, riguardo il progetto di legge sulla riforma della Camera di Commercio sammarinese, uno degli argomenti di discussione e confronto che ha caratterizzato la prima seduta del nuovo direttivo dell’Associazione nazionale industria San Marino. Progetto di legge che, spiega il segretario generale dell’Anis, prevede “il passaggio da società per azioni a ente di diritto pubblico, che acquisirà il patrimonio della Camera di Commercio”.
All’Eccellentissima Camera “rimarrà il 51% delle azioni” mentre il restante “49% sarà suddiviso tra tutte le associazioni in ragione della loro rappresentatività, misurata per dipendenti e fatturato”.
L’assemblea dei soci della Camera di Commercio per l’Anis rappresenta una criticità: “Ogni socio ha un voto per ogni quota posseduta – racconta Giorgi -. Per l’approvazione di un qualsiasi istanza, in prima convocazione occorrono i 2/3 dei voti, poi basta la maggioranza assoluta. Il che vuol dire che lo Stato, che ricordo ancora una volta detiene il 51% delle azioni, può decidere da solo – prosegue -.
Attualmente per deliberare occorrono maggioranze qualificate che coinvolgono almeno, oltre al 51% del pubblico, altri uno o due soci.
L’impianto che ritroviamo nella riforma, di fatto, estromette le associazioni dalle varie decisioni. In estrema sintesi, lo Stato può decidere da solo e le associazioni vengono relegate a un ruolo marginale, quasi di mera presenza”.
Giorgi infine ritiene che ci sia “poca chiarezza” sulle modalità di finanziamento della Camera di Commercio nonchè sugli obiettivi e sulle risposte alle domande delle imprese: “Forse è il caso di guardare alle migliori organizzazioni dei diversi Paesi e cercare di realizzare una vera Camera di Commercio – aggiunge -.
Occorre credere nella collaborazione con le associazioni degli imprenditori. L’organo di gestione unico deve essere la Giunta Camerale, alla quale l’assemblea dei soci deve assegnare obiettivi chiari, definiti e condivisi.
Obiettivi che devono essere sottoposti a verifiche periodiche. La trasparenza deve essere anche in questo caso un elemento portante. I privati devono partecipare alla Camera con un contributo diretto ma deve esserci anche un contributo certo dallo Stato”. (…) La Serenissima