«SEI MESI di totale fallimento». Dopo sei mesi dal varo della legge sviluppo, è così che il sindacato la ‘stronca’. La Centrale sindacale unitaria, a sostegno della sua tesi, cita i recenti dati sull’occupazione, raffrontandoli allo stesso periodo del 2017. Nel mirino, in particolare, la liberalizzazione del mercato del lavoro. «Nello scorso mese di marzo, rispetto ad un anno prima – dicono dal sindacato – nel settore privato gli occupati sono aumentati di 485 unità, ma di questi solo poco più di 120 sono sammarinesi o residenti». Non solo: a marzo 2017 rispetto a marzo 2016, si era invece verificato un trend opposto: l’aumento era stato di 303 unità, delle quali 230 erano iscritti alle liste di avviamento al lavoro. IN PIÙ, con riferimento agli stessi periodi, «la disoccupazione è scesa di poche decine di unità quest’anno contro i quasi 200 disoccupati in meno di un anno fa, rispetto al 2016». Il dato più eclatante, secondo la Csu, è quello relativo all’occupazione femminile: «A fronte di un incremento a distanza di un anno di circa 220 unità, le donne in cerca di lavoro, che rappresentano oltre i due terzi dei disoccupati, sono scese solo di circa 50 unità». In positiva controtendenza spicca il settore manifatturiero, «dove le assunzioni hanno interessato percentualmente più residenti e donne. Infatti «dei 300 occupati in più – chiarisce – la metà è costituita da lavoratori residenti e ha assorbito il 50% dell’incremento occupazionale delle donne, 100 in più». Questo mentre, di conseguenza, «negli altri principali settori aumentano in maniera significativa i lavoratori frontalieri, mentre i sammarinesi sono addirittura in calo». COSÌ «alla favoletta – manda a dire la Csu – che il numero dei lavoratori non residenti è aumentato, perché sono stati messi in regola coloro che prima erano in nero, ci crede solo chi la racconta. E poichè la tendenza non si sta invertendo, se il governo non si affretterà a cancellare la liberalizzazione delle assunzioni, la protesta non potrà che aumentare, perché tale situazione è insopportabile». Inoltre, «a dispetto di quanto affermato dal segretario di Stato Zafferani anche il numero delle imprese è in calo». A conferma che «la legge sviluppo è sbagliata». Nel mirino il governo anche per «gli errori che sta inanellando uno dietro l’altro» rispetto l’attrazione di nuovi investimenti. Il Resto del Carlino
