San Marino. Truffa da 2.400 euro a un sammarinese.

Anche la famosa “truffa alla nigeriana” continua a circolare in Repubblica, ma invece che on line questa avviene tramite posta.

Ennesima truffa telematica, ennesimo cittadino che ci casca. Lunedì, un libero professionista del Titano è caduto nella trappola del phishing.

L’uomo ha ricevuto una mail dalla propria società di carte di credito che richiedeva, a seguito di un fantomatico blocco della carta, l’immissione on line dei propri dati sensibili: nome, cognome, indirizzo e soprattutto i codici della carta (numero di serie, pin e codice di sicurezza).

Il tutto ha fruttato ai truffatori 2.400 euro. In acquisto di beni su internet. Ciao soldi.

Le truffe telefoniche, telematiche e via internet sono all’ordine del giorno. Qualcuno, artigianalmente, ci prova anche via posta.

Nel caso specifico si tratta di phishing.
Il phishing è un tipo di truffa via internet attraverso la quale un aggressore cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali sensibili.

Si tratta di una attività illegale che sfrutta una tecnica di ingegneria sociale: attraverso l’invio casuale di messaggi di posta elettronica che imitano la grafica di siti bancari o postali, un malintenzionato cerca di ottenere dalle vittime la password di accesso al conto corrente, le password che autorizzano i pagamenti oppure il numero della carta di credito. Tale truffa può essere realizzata anche mediante contatti telefonici o con l’invio di Sms (Smishing).

Nessuna banca o istituto vi chiederebbe mai i codici personali attraverso una richiesta via e-mail. Mai. Le banche contattano i loro clienti diret- tamente, in particolare modo per queste opera- zioni riservate.

Quello che può generare disorientamento nell’utente che riceve questi messaggi è la apparente autenticità dell’azienda che richiede i dati. Nel tempo gli sciacalli del web hanno affinato le loro armi: grafica accattivante, loghi ufficiali di aziende e istituzioni, messaggi efficaci e scritti in buon italiano o in altre lingue, cortesia e semplicità possono fare pensare di non essere vittime di un raggiro.

Negli ultimi tempi inoltre i truffatori hanno perfezionato il loro metodo di “pesca”: per essere più credibili hanno dato l’assalto elettronico utilizzando come mittente il nome di banche che non erano state mai utilizzate prima.

Per essere sicuri di non “cadere nella Rete”, seguite questa semplice guida: l’unica circostanza in cui viene richiesto il numero della vostra carta di credito è nel corso di un acquisto su Internet che voi avete deciso di fare.

Non rispondete mai alle e-mail, non cliccate sul link che vi viene proposto nel messaggio.
Per accedere al sito dell’istituto di credito con il quale avete il conto online digitate l’Url direttamente nella barra dell’indirizzo del vostro browser o raggiungetelo attraverso i vostri “preferiti” o “segnalibri” della vostra rubrica Controllate spesso i movimenti del vostro conto corrente e delle vostre carte di credito o bancomat.
Il caso cartaceo. Alcune settimane fa, un nuovo tentativo di truffa si era manifestato ai danni di svariati cittadini residenti nella Repubblica di San Marino.

In concreto, una missiva in lingua inglese, viene indirizzata a utenti scelti a caso, mediante elenchi informatici. L’oggetto della truffa corrisponde a una “Somma abbandonata in un caveau in Malesya”, condizione a firma del sedicente Wang Lili Zaizi: mobile +601116354082 – fax: +60321784344 or +60321784911 – e- mail:zzzs77777@gmail. com.

La Gendarmeria sottolinea che si tratta di una classica comunicazione cartacea da considerarsi “truffa alla nigeriana”, della quale ne esistono svariate tipologie (come quelle realizzate informaticamente tramite mail).

Esistono centinaia di varianti a questa truffa, ma più o meno il senso è sempre lo stesso: uno sconosciuto non riesce a sbloccare un conto in banca di milioni di dollari; essendo lui un personaggio noto, avrebbe bisogno di un prestanome discreto che compia l’operazione al suo posto.

Invita così alcuni utenti concedendo loro questa possibilità in cambio della promessa di ottenere una fetta del bottino. La truffa è chiamata anche 419 scam (419 è il riferimento numerico della legge nigeriana, disinvoltamente ignorata dai nigeriani, che rende illegali questi inviti). A fronte di tutti questi episodi, si consiglia di non avviare mai alcuna forma di comunicazione con i potenziali truffatori, proprio per evitare spiacevoli episodi.

In ogni caso, dovesse capitare anche a voi di ricevere mail sospette collecate a conti on line, carte di credito o alla vostra banca, prima di rispondere alzate la cornetta e chiamate il mittente. Ricordate: il servizio di banca via internet è reperibile solo tramite il sito istituzionale della banca, non è raggiungibile tramite email di alcun tipo o altri canali. 

La Tribuna