Le micro realtà sammarinesi che operano faticosamente nel commercio sono anche imprese familiari, soprattutto i negozi turistici del centro storico. Denota una carenza di conoscenza del sistema socioeconomico sammarinese il luogo comune, che a volte si radica anche nelle istituzioni, che le Piccole e Medie Imprese non hanno ragione di esistere, perché dal basso fatturato e con pochi dipendenti e che per poter funzionare devono avere una conduzione semi-familiare altrimenti non riescono a sostenere i costi per stare sul mercato. Se contestualizziamo queste realtà nel tessuto sammarinese, parlare di limitare le funzioni dell’amministratore ai soli “compiti gestionali” solo a San Marino è ridicolo. Non possiamo pensare che un amministratore/socio di un negozio commerciale turistico o del bar/ristorazione non possa stare alla cassa o alla vendita, pulire il suo locale, chi deve farlo? Confezionare i pacchi vendita o scaricare le merci dal fornitore, i ristoranti devono avere il magazziniere?
A volte ci pare che le istituzioni perdano il senso della realtà: nelle PMI a fine mese non c’è lo Stato (tutti i contribuenti) che ti da una paga sicura, gli stipendi si pagano il 10 se va bene e purtroppo gli incassi non ci sono più, anche per chi non può accettarlo perché farebbe cadere un capro espiatorio che fa comodo. La severità, l’ottusità e l’ipocrisia degli interventi di ispezione sulla presenza degli amministratori o solo di famigliari all’interno delle piccole attività sono fuori luogo: l’unico risultato che si raggiungerà è la chiusura di ulteriori piccole attività e quei pochi dipendenti del settore lasciati a casa (per non parlare delle minori entrate dirette, indirette, affitti, consulenze, ecc). Ricordiamo che i soci/amministratori versano i contributi nel fondo Gestione separata, anche dove vi sono amministratori-soci-dipendenti, ora vogliamo limitare totalmente la loro presenza nell’attività relegandoli ad un ruolo inesistente che queste micro realtà non possono assolutamente permettersi? Ma chi si può permettere di fare l’amministratore nelle proprie attività di fatto senza lavorarci? C’era il problema dei contributi ed è stato giustamente risolto con l’iscrizione al fondo Gestione separata, ora basta!
Forse sotto la PA si rispetta alla lettera il mansionario, ma nel privato bisogna arrangiarsi a fare di tutto e di più per ridurre i costi altrimenti si chiude. Come nell’interpretazione italiana ed europea, nei “compiti gestionali dell’azienda” non ci devono essere limitazioni. Siamo quindi a ribadire che l’amministratore nelle attività commerciali, somministrazione alimenti e bevande può svolgere anche mansioni esecutive e che venga data questa possibilità anche ai familiari dei titolari – soci – amministratori.
Risulta irrimandabile una Riforma del Lavoro, che parta dall’analisi oggettiva ed approfondita dei dati del sistema socioeconomico: disoccupazione e competenze, ammortizzatori sociali, CIG erogata per settori e per dimensioni di impresa, controlli ispettivi per settori e per dimensioni di impresa.