I primi dati forniti dalle cronache riminesi, sono entusiastici: triplicate le presenze, avvio di stagione da record. Il mare, le fiere, gli eventi sono la risposta al desiderio di vacanza di italiani e stranieri. Già, gli stranieri, ortodossi e protestanti, che festeggiano la Pentecoste e che approfittano dell’occasione per una capatina in Italia. Tour operator e agenzie viaggio lo sanno bene e hanno predisposti offerte e pacchetti viaggio molto allettanti.
E così, tedeschi, austriaci, francesi, svizzeri, si sono uniti ai 14 milioni di italiani in movimento attraverso tutta l’Italia. Un giro d’affari per circa 6 miliardi, suddivisi tra le mete vacanziere di mare e montagna, ma anche musei, agriturismi, escursioni ed eventi di ogni genere.
Tra il Covid che è (forse) alle spalle e le nuove ansie dovute a una guerra troppo vicina, tra l’assenza dei Russi e il ritorno dei Tedeschi, che estate ci aspetta?
Non si può dimenticare che per il settore turistico, il 2020 è stato un annus horribilis, con un calo vistoso degli arrivi e delle presenze, soprattutto dal settore internazionale; con la crisi delle strutture ricettive, il crollo dei consumi e del fatturato, oltre che dell’occupazione. San Marino si era salvato grazie al turismo di prossimità e un cartellone di eventi di tutto rispetto. Per il 2021 aveva unito a tutto il resto: la sua immagine di Paese Covid free, il turismo vaccinale e i voucher vacanza. Un approccio integrato, che aveva addirittura fatto aumentare i numeri rispetto al periodo pre-Covid.
Chiusa la parentesi Covid, si è aperto lo scenario della guerra in Ucraina, che dal punto di vista turistico ha portato ovviamente all’assenza totale dei turisti russi e più in generale dei turisti dell’est Europa. Ciò nonostante, le prime valutazioni, quasi a sorpresa, indicano una stagione che sembra essere partita con il piede giusto. Anche a dispetto di alcune incognite che avevano fatto temere per il peggio, quali l’aumento del carburante, il caro prezzi dei generi alimentari e di tutte le materie prime. Inevitabili i riflessi sul caro-spiaggia, ma anche sul caro-alberghi e caro-ristoranti. Il fenomeno avrebbe potuto essere un grave ostacolo alle vacanze di massa e magari incentivato i flussi che arrivano più da vicino. Invece sono tornati a crescere i mercati anche più lontani, come quello degli Inglesi, degli Scandinavi, degli Americani e dei Canadesi, oltre a quelli già citati.
Il mercato indubbiamente è cambiato: chi prenota vuole non essere vincolato, l’igiene è data per scontata, si chiede rispetto dell’ambiente, preferite le scelte green che facciano sentire più in sintonia con l’ambiente, ma che non devono costare di più. In una parola, la differenza sulle offerte turistiche, la fa la qualità.
Inoltre, va detto che il vero valore aggiunto della crisi è stato il recupero del rapporto con il cliente che si confronta maggiormente con la struttura alberghiera, con i servizi, con i diversi operatori commerciali, non solo per le informazioni, ma come punto di riferimento per l’intera esperienza di viaggio e desidera quindi che tale rapporto diventi un trend anche nel futuro.
Siamo a una svolta, anche se le file in autostrada, gli ingorghi cittadini, gli incidenti, riannodano le immagini di un film déjà vu. Comportamenti che sarà difficile dismettere, se non si impone una cultura civica e ambientale di nuova generazione. A supplire ogni eventuale lacuna, il Piano Nazionale italiano di Ripresa e Resilienza ha stanziato 8,13 miliardi di euro per Cultura e Turismo, il quale ultimo, da solo, copre il 12 per cento del PIL.
San Marino non ha il Recovery Fund e deve trovare risorse, progettualità, capacità organizzative, con le sole proprie forze. Il weekend appena trascorso ha dimostrato che il Titano è sempre capace di appeal, ma ha ancora bisogno di fattori coadiuvanti come il meteo, ad esempio, oltre ad un sistema integrato di interventi, promozione, programmazione.
Il Covid ha reso evidente che la crisi del turismo c’era anche prima, forse da più di un decennio. La pandemia ha posto dunque la necessità di riflettere sul fatto che il sistema turismo deve essere più unito per tornare nuovamente attraente e competitivo sul mercato, che la passione è un fattore determinante per il successo delle iniziative, ma senza professionalità (che è sinonimo di qualità) diventa tutto un azzardo, come giocare un terno al lotto.
a/f