Una voragine senza fine accompagna la caduta del turismo organizzato a San Marino e in tutto il mondo. Non entreremo nelle dispute a suon di comunicati che abbiamo letto nei giorni scorsi, ma vorremmo comunque proporre alcune riflessioni perché nel contesto pandemico che non accenna a migliorare le sue condizioni generali, è molto difficile argomentare ipotesi di ripresa. Che ormai tutti rilanciano per il 2023, addirittura saltando il 2022.
Infatti, i messaggi di positività che avevano accompagnato il vivace movimento estivo, hanno riguardato solo in minima parte il turismo organizzato, che vive di programmazione e che è molto difficile da declinare in un clima di incertezza. La mancanza di prospettiva impedisce la pianificazione delle stagioni e fa perdere potere di acquisto alle aziende del settore. E così, anche per quest’anno, l’esplosione dei contagi in Europa e al di là dell’oceano, ha frenato i progetti vacanzieri delle famiglie e ha favorito le disdette negli alberghi.
Bastano gli aiuti e la cassa integrazione, o ci vuole qualche idea?
Forse anche più di un’idea perché il turista sta cambiando pelle. Nel post-covid il “turista analogico” è destinato a scomparire: secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano solo il 2 per cento dei viaggiatori italiani tra i 18 e 75 anni non ha utilizzato internet nel corso dell’ultima vacanza. Le relazioni digitali con la clientela sono un importantissimo fattore a supporto della fidelizzazione dei clienti.
Il 2022 sarà l’anno dell’accettazione dell’imprevedibilità: in molti vorranno recuperare il tempo perduto e fare le vacanze a lungo rimandate. Tuttavia siamo davanti a un’evoluzione del modello di turismo e di accoglienza, un modello che semplicemente prima non esisteva perché il turista di oggi ama costruirsi la vacanza su misura, dà valore al tempo e al modo in cui si viaggia. Elementi che già a priori escludono il turismo organizzato.
Non è un caso che sono state evidenziate in questi ultimi periodi molte tipologie turistiche, quasi inesistenti fino a qualche anno fa: dal green al gastronomico, culturale, sportivo, del benessere, religioso, ambientale, escursionistico e così via. Per le ragioni ormai note, è mancato proprio il turismo internazionale.
Che sicuramente tornerà, perché tutti hanno voglia di viaggiare, seppure con modalità nuove rispetto al passato, che sono tutte da inventare. In una serata dedicata proprio al turismo, allestita da Rete Desk lo scorso mese di novembre, il turismo internazionale era stato descritto come una grande chance anche per San Marino, nonostante il Paese non abbia un aeroporto, una linea ferroviaria, uno scalo portuale. Perché il traguardo sia possibile, occorre studiare i dati e i fattori di ricerca dei flussi, le migliori strategie promozionali, la personalizzazione dei servizi anche in caso di gruppi organizzati. Obiettivi che richiedono competenza ed esperienza, che si maturano solo con una precisa formazione.
Potrebbe essere questo l’antidoto ad un turismo fortemente stagionalizzato, dipendente quasi esclusivamente dalla riviera. Un turismo che negli ultimi 20 anni è costato molto alle casse dello Stato, e spesso non ha portato i risultati sperati.
Ancora troppo spesso il dibattito si arena su un dubbio amletico: bisogna fare le infrastrutture prima di chiamare i turisti, oppure si cerca di aumentare le presenze al fine di invogliare gli investimenti in strutture alberghiere e servizi? È il consueto dubbio dell’uovo e della gallina: chi è nato prima? Fermarsi lì, perché ogni corrente di pensiero è convinta di essere nel giusto, significa non fare nulla e far morire ogni possibile idea di rilancio del turismo.
San Marino è un piccolo mondo di piccole imprese e di individualismi. Nella prospettiva di evoluzione del settore nel medio lungo termine occorre fare sistema e quindi superare i limiti insiti nell’improvvisazione, nelle lotte di parte, nel dispendio di energie per progetti faraonici, quanto inutili e inapplicabili.
La politica ha bisogno di competenze per evitare gli interventi a pioggia, le misure clientelari, o i progetti estemporanei. È questo che chiedono le aziende e gli operatori del turismo. Non si tratta di scegliere un logo o un’ideologia, ma di fare quel che serve alle imprese. La presenza di San Marino all’Expo di Dubai è un importante biglietto da visita sul fronte internazionale, l’auspicio di tutti è che i risultati in termini di flussi, di prenotazioni e, magari, di investimenti, si possano quantificare quanto prima.
a/f