Non si adombri il Segretario di Stato al Turismo se ci permettiamo di esprimere alcune considerazioni sulla materia di sua competenza politica. Del resto, ha pienamente ragione quando si lamenta che durante gli eventi molti negozi sono chiusi. Ma hanno ragione anche i commercianti quando evidenziano che ci sono zone letteralmente “morte” rispetto ai flussi e quindi anche rispetto alla possibilità di incassi.
Il problema non è la navetta che gira un po’ in qua e un po’ in là, né il segnale che sposta di cento metri l’indicazione per l’ingresso al centro storico. Il problema è che, come altri settori, il commercio turistico è sempre stato “assistito” perché era ricco e aveva un enorme potere contrattuale sulla politica. In tempi non troppo lontani, bastava che i commercianti battessero i piedi per terra e ottenevano tutto. Qualsiasi progetto (se ne sono visti davvero tanti, belli e meno belli) trovava sempre qualcuno contrario, che minacciava e puntava il dito. Così non se ne faceva niente. E si è rimasti a contare i turisti che passano.
Soldi spesi inutilmente ce ne sono stati a iosa. Pensiamo al famoso progetto McKinsey costato 2 milioni di euro e che produsse solo qualche valletta (bella, per carità) per somministrare sondaggi ai turisti in arrivo. Non si sono mai visti i risultati di questi sondaggi, né tanto meno la loro elaborazione. Altri fiumi di soldi sono stati spesi per legioni di consulenti e per campagne promozionali. Poi, se guardiamo le tabelle annuali dei flussi, si vede chiaramente che i numeri sono sempre gli stessi, con tendenza alla diminuzione. Il Paese non è migliorato né dal punto di vista estetico, né infrastrutturale, né dell’offerta turistica. Il settore alberghiero sempre stretto nell’asfissia di un turismo mordi e fuggi.
Paradossalmente, se qualche miglioria è avvenuta, è stata in seguito al Covid, sia grazie al turismo vaccinale con l’obbligo di pernottamento, sia ai voucher vacanza, sia per la possibilità offerta a ristoranti e trattorie di stendere i propri tavoli all’esterno dei rispettivi locali. Questo ha dato vita, colore e movimento alle piazze e alle contrade, che si sono riempite di profumi e di musiche. Un bello spettacolo davvero.
Ma evidentemente non basta. Molti “vecchi” commercianti sono andati in pensione e ora gli affitti sono talmente cari che nessuno è invogliato a investire in un’attività turistica, oltre tutto con il rischio della pandemia sempre incombente. Il turismo organizzato, quello che arriva con i pullman, sta ancora subendo mille difficoltà con i voli a rischio e i prezzi dei trasporti schizzati alle stelle. In effetti i pullman che si vedono nei due parcheggi preposti, sono davvero pochi. Tutte le zone fuori dalle mura sono praticamente vuote e non attrattive: da Viale Onofri alla ex Stazione.
Per questo aumentano le serrande chiuse, che insieme alla scarsa pulizia dei camminamenti, danno un’idea di degrado e di abbandono quasi sconsolante, mentre fuori dai nostri confini la competizione è altissima. L’Italia dei mille campanili, ha mille borghi medievali dal fascino incommensurabile. Prendiamo Spello, con la sua cinta muraria più antica d’Italia, con le sue vie piene di fiori, con un nitore così splendente che si potrebbe mangiare per terra. E non è l’unico nel centro Italia. Ci sono luoghi famosi come Gubbio, Spoleto, Norcia, Todi, San Gimignano e ci scusiamo se non andiamo avanti perché sono migliaia.
San Marino ha in più rispetto a loro l’attrattiva della sua storia repubblicana e delle sue istituzioni, ma tutto il resto è da costruire. Per cui vanno benissimo gli spettacoli serali, che attirano gente e quindi favoriscono le attività. Ma anche qui forse c’è qualcosa da imparare dalla vicina Santarcangelo, dove qualsiasi tipo di evento riesce ad attirare decine di migliaia di persone. Borghi a noi vicini, che hanno una manifestazione a tema, o una fiera, all’anno (vedi l’800 festival, la sagra degli gnocchi, dello strozzaprete, del tartufo, del formaggio di fossa, la fiera dell’antiquariato, eccetera) sono diventati così famosi che basta un evento a sostenere il bilancio comunale.
Uno dei segreti del successo degli eventi è la continuità, mentre San Marino è speciale per depennare periodicamente dal suo calendario (di solito ad ogni scadere di legislatura) qualsiasi tipo di appuntamento, così ogni volta bisogna sempre ricominciare da capo e non si arriva mai a qualcosa di tipico, identificativo, stabile. Anche Rimini, che in quanto ad appeal surclassa tutti, ha moltissimi eventi ricorrenti che nel tempo tengono vincolato il pubblico.
Il turismo è cambiato profondamente: nella domanda, nell’organizzazione, nella ricettività. Se rimaniamo fermi a contare quante macchine sono state parcheggiate di qua o di là, quanti turisti sono scesi di sotto o di sopra, come si faceva 30 anni fa, sicuramente non faremo molta strada.
a/f