Mi sono trovato spesso e volentieri – probabilmente lo sono tuttora! – sotto attacco e sotto battuta. So come ci si sente a diventare bersaglio di critiche gratuite, dossieraggi e prime pagine. Conosco lo stato d’animo di chi fa il proprio mestiere con la schiena dritta e per questo viene additato e colpito duramente. Per questo non posso tacere nel vedere come chi ha cercato in un momento difficile della storia del Paese di dare voce a tutti, oggi paghi per questo. Qualcuno non si ricorda forse. Allora rinfreschiamoci tutti la memoria. Alcuni anni fa venne chiuso il primo giornale di San Marino, Tribuna. Dopo quel momento c’era una informazione a senso unico, così come nella stanza dei bottoni c’erano personaggi che oggi hanno ormai – per fortuna – gettato la maschera. Non fosse stato per le inchieste di giornalesm, oggi molti fatti non sarebbero stati resi noti all’opinione pubblica, né la cittadinanza ne sarebbe mai venuta a conoscenza. Allo stesso tempo c’è chi può scrivere tutto quello che gli pare, cavandosela sempre e comunque. Altri – i meno fortunati – finiscono rinviati a giudizio e condannati. Personalmente non trovo tutto questo acettabile. Il giornalismo d’inchiesta, con notizie vere, verificate e di pubblico interesse, rappresenta una grandissima risorsa per la democrazia. Non si può pretendere che un giornalista debba limitarsi a fare il compitino, a fare il copia incolla dei comunicati stampa per paura di creare problemi all’amico di turno. E se qualcuno lo pretende, bisogna avere la forza di dire no, anche rischiando di tasca propria. In questi anni tanti troppi bravi giornalisti sono stati “bruciati” e costretti a lasciare San Marino. Questo perché si è assistito gradualmente a un cortocircuito istituzionale con una pericolosa commistione fra i poteri dello Stato che avrebbero dovuto invece restare indipendenti fra loro. E’ necessario allora tutelare con ogni mezzo la libertà di espressione e la pluralità dell’informazione, così come quelle voci fuori dal coro come il sito che ospita questo mio intervento.
David Oddone