Hanno destato particolare clamore le dichiarazioni rilasciate dall’architetto Stefano Boeri al nostro giornale perché inaspettatamente da chi fa del verde in città il proprio manifesto, è arrivato invece un segnale di vicinanza alle posizioni della Segreteria al Territorio. Di qui l’intervento del consigliere del Pdcs Stefano Canti che ha detto: “l’Arch. Boeri è un professionista di fama internazionale e sono certo che se gli fosse stato sottoposto il progetto avrebbe trovato una soluzione diversa da quella portata avanti dalla Segreteria di Stato; avrebbe elaborato un progetto differente partendo da un obiettivo fermo, ovvero, quello di salvaguardare il verde e le piante esistenti. Perché dico questo? Perché ci vuole l’umiltà, e qui mi rivolgo a Michelotti. Occorre riconoscere che il progetto è sbagliato. E’ possibile fare un passo indietro ma per farlo occorre essere umili. La Segreteria di Stato dice che occorre mettere in sicurezza i cittadini e favorire l’accessibilità di via Paolo III, se questi sono veramente gli obiettivi che si vogliono ottenere è chiaro che il progetto così com’è non raggiunge completamente l’obiettivo. La stessa Associazione Micologica Sammarinese (guidata da oltre vent’anni da Michelotti) manifestando contro l’abbattimento delle piante sta dicendo al Segretario Michelotti che il progetto è sbagliato, perché non rispetta la coerenza delle battaglie fatte fino a qualche tempo fa dallo stesso Michelotti”. Il progetto è sbagliato perché “non garantirà completamente l’accessibilità ai disabili lungo tutta la Via Paolo Terzo, ma esclusivamente lungo il tratto che da Via Donna Felicissima porta sino al Teatro Titano, il restante tratto (fino allo “Stradone”) rimarrà invariato rispetto ad oggi e quindi con i diversamente abili che continueranno a girare in strada. Per raggiungere i due obiettivi dichiarati dal Segretario c’era la possibilità di fare un progetto diverso; un progetto più ampio che potesse prendere in considerazione la possibilità di salvaguardare le alberature esistenti realizzando un marciapiede al posto dei posti auto, con il recupero degli stessi lungo Via Antonio Onofri e nel P.5, oppure, nell’ambito del progetto di riqualificazione delle Aree a Progetto Speciale del P.6 (Cava Antica) e P.7 (Cava degli Umbri), la cui progettazione è stata affidata, dallo stesso Michelotti, all’Arch. Paolo Bodega”. “Dico a Michelotti che non è buono assumere costantemente un approccio frammentato che ipotechi il futuro, e che provoca, tra l’altro, un impoverimento estetico sotto il profilo del paesaggio-urbano storicizzato. Come in altre zone del territorio e a maggior ragione nel Centro Storico è cruciale prendere in considerazione tutto il contesto urbano, nel suo insieme e nella sua interezza, allo scopo di mantenere il disegno unitario ereditato dalla storia. Non è corretto concentrarsi solo su un tratto di marciapiede, giustificando l’eliminazione delle piante, esclusivamente per garantire l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tra l’altro, per non riempirsi la bocca di demagogia, proprio per una concreta azione volta all’abbattimento delle barriere architettoniche è doveroso prendere in considerazione tutto il contesto urbano e non solo un breve tratto”. “Il Segretario Michelotti con questi progetti – ha concluso Canti – sta gravemente vincolando le soluzioni che l’architetto Boeri dovrebbe proporre nell’ambito del nuovo strumento di pianificazione generale del Territorio di cui il Centro Storico ne rappresenta una parte importante. Perché tutta questa fretta? Perché non attendere la presentazione del nuovo PRG prima di effettuare tali interventi”?
Repubblica Sm