Dopo i numerosi e pittoreschi penultimatum di AP e quello recente e timido di Noi Sammarinesi, arriva il penultimatum della DC: “Se il Paese si ferma meglio il voto”. Di fronte al totale fallimento degli ultimi due governi guidati dalla DC e sostenuti dalle stampelle di latta, i tre alleati di ventura si scambiano i penultimatum tra di loro e minacciano elezioni anticipate. E’ un teatrino tragicomico fatto sulle spalle dei cittadini con una recita penosa di attori maldestri da baraccone. Ma la platea, fortunatamente, è sempre più vuota e lo sarà anche in eventuali elezioni anticipate.
Alla DC vorrei far presente che il Paese non è fermo. Va indietro. In 8 anni di governo democristiano il Paese ha perso il 35% della sua ricchezza; ha accumulato 2.000 disoccupati e 500 giovani espatriati in cerca di lavoro; ha ridotto al lumicino gli investimenti pubblici; ha subito la sospensione dello stato di diritto e la continuazione del clientelismo e del voto di scambio; ha registrato la rapina del sistema pensionistico e l’indebolimento dello stato sociale; ha messo insieme una montagna di debiti per i regali agli evasori e alle banche. Infine, il sistema bancario è in ginocchio.
Non so per quanto tempo ancora i cittadini dovranno sopportare il malgoverno e le lotte di potere personali. Ma le elezioni arriveranno e allora i cittadini avranno in mano il loro futuro che si può costruire solo con un radicale cambiamento e un totale rinnovamento dei metodi e delle persone.
Emilio Della Balda