San Marino. Un pedofilo in mezzo ai nostri bambini. Fallimento istituzionale senza precedenti. Chi ha responsabilità si dimetta immediatamente! Poi Commissione di inchiesta data alla società civile non alla politica … di Marco Severini

Un uomo condannato definitivamente per violenza sessuale aggravata su minori ha potuto vivere indisturbato a San Marino, continuando a lavorare nelle mense scolastiche e nei centri estivi, a stretto contatto con i bambini. Non stiamo parlando di un dettaglio burocratico sfuggito, ma di un fallimento istituzionale senza precedenti, che chiama in causa l’intera catena di comando.

Il caso di Steven Raul James, arrestato solo ad agosto 2025 dalla polizia italiana a Riccione, ha rivelato un vuoto che non possiamo più ignorare: mentre la giustizia italiana lo aveva condannato, la nostra Repubblica lo ha lasciato muoversi liberamente, permettendogli di svolgere ruoli che avrebbero dovuto essergli preclusi per sempre.

Dove erano le istituzioni?

Le domande sono pesanti come macigni:

  • Perché nessuno a San Marino sapeva della condanna? Possibile che per quattro anni un procedimento per pedofilia a carico di un cittadino sammarinese non sia mai stato segnalato né monitorato dalle nostre autorità?
  • Perché la Gendarmeria non ha agito? Dopo la condanna definitiva di aprile, era doveroso procedere subito con l’arresto o quantomeno con la sospensione cautelativa da ogni incarico a contatto con minori. Nulla di tutto ciò è accaduto.
  • Perché il governo non ha vigilato? Nel settore scolastico esistono procedure di controllo sui precedenti penali del personale? Se esistono, non hanno funzionato; se non esistono, siamo davanti a una falla normativa inaccettabile.

La responsabilità politica

Di fronte a un fatto di questa gravità, la responsabilità non si ferma alle mancanze tecniche o alle omissioni giudiziarie. C’è una responsabilità politica diretta, che ricade sul Segretario di Stato all’Istruzione, Teodoro Lonfernini, e su tutta la dirigenza scolastica. Non è concepibile che un uomo condannato per pedofilia abbia potuto continuare a lavorare tra i bambini senza che nessuno al vertice intervenisse.

In qualsiasi Paese civile, un episodio simile comporterebbe dimissioni immediate. Non si tratta di caccia alle streghe, ma di un principio democratico: quando la sicurezza dei bambini viene compromessa per mancanze dello Stato, i responsabili politici devono farsi da parte. Rimanere al proprio posto, in questo contesto, significa aggravare la frattura di fiducia con i cittadini.

Una Commissione d’inchiesta. Non basta che cadano le teste politiche. È necessario istituire subito una Commissione d’inchiesta indipendente, che faccia luce su ogni fase della vicenda: chi sapeva, chi non ha agito, quali protocolli sono saltati e perché. Serve un’indagine seria per accertare se la responsabilità sia da ricondurre a una mancata comunicazione con l’Italia, a un buco normativo, o a una colpevole negligenza interna.

Mai più. San Marino deve trarre una lezione chiara: la sicurezza dei minori non è negoziabile. Ogni persona condannata o anche solo indagata per reati sessuali contro minori deve essere immediatamente allontanata da qualsiasi contesto educativo, ricreativo o sportivo. Senza eccezioni, senza attese, senza rimpalli.

Abbiamo tradito la fiducia dei genitori, che hanno affidato i loro figli alle istituzioni. Per riconquistarla servono atti concreti: dimissioni, riforme immediate e tolleranza zero. Non c’è alternativa!

 

Marco Severini – direttore GiornaleSM