San Marino. Un video “hot” sammarinese scandalizza il Titano, ma “fare l’amore è cercare l’infinito!”. La guida: come proteggere i nostri segreti. … di Enrico Lazzari

Sono pronto a ricevere critiche sull’opportunità o meno di trattare, in questo particolare momento, simili e delicate tematiche. Ci ho pensato. E non poco. Per poi concludere che proprio il momento rende necessario -ed assai efficace per prevenire “ricadute”- affrontare questa tematica.

Ieri, infatti, sembrava non esistere sammarinese che non fosse al corrente della diffusione -penso non ad opera dei protagonisti- di un video, chiamiamolo, “hot” che mostrava le performance sessuali di una cittadina sammarinese e -presumo- del suo compagno. Un video “girato” da quest’ultimo, ma che sarebbe dovuto restare fra le mura domestiche. Invece, chissà come, è diventato di dominio pubblico e lì resterà, forse e come altri dello stesso genere, per sempre.

Non ho visto il video… Voglio dire, però, agli sventurati protagonisti -e qualche bigotto scandalizzato, che non mancherà di certo- che “fare l’amore non è divertirsi, è cercare l’infinito!”. Non è una frase mia. L’ho rubata allo scrittore e giornalista italiano Franco Arminio. Ma come non condividerla e non identificare in questa il senso del sesso all’interno di un rapporto consolidato e, magari, di complicità, sinergia e profondità mentale?

Fare sesso, fare l’amore “è cercare l’infinito”. E qual è il limite dell’infinito? Se avesse un limite, non sarebbe tale… Agli “scandalizzati”, ai bigotti ormai fuori dal mondo e dal tempo, mi viene quindi da chiedere: avete mai, con il vostro partner di una vita, cercato a modo vostro, l’infinito? Avete mai, magari in ambiti estranei al sesso, cercato con il partner di toccare l’infinito?

Ma non è di questo che intendo parlarvi oggi, ma del filmato. Non per approfondire la legittimità del farlo -nessuno può arrogarsi il diritto di entrare, con dictat o limitazioni nella camera di da letto di altri- ma per approfondire il grande rischio che è intrinseco e mai azzerabile della sua conservazione. Non è la prima volta, né sarà oggi l’ultima che un video, una foto, un documento privato “esce” inavvertitamente dall’“inviolabile cassetto” in cui era gelosamente custodito.

Così, ecco il primo punto fermo che è bene, in questa sorta di vademecum, fissare nella propria mente: nulla, specie in forma digitale, è inviolabile! Che sia esso custodito nel Pc, nella chiavetta, nel cloud o, peggio, nel cellulare.

Fermo restando ciò, è possibile proteggere anche arrivando a rasentare il tasso di sicurezza totale, i nostri “file” segreti. I più sicuri sono i metodi complessi, non alla portata di chiunque, come la crittografia, metodo che qui eviteremo perchè chi sarebbe in grado di usarla di certo non ha bisogno dei miei consigli.

Ma esistono dei metodi più semplici, alla portata di tutti. Il primo è senza dubbio quello di cancellarli, accertandosi di averli eliminati anche dai backup e dal “cestino”. Ma non sempre siamo disposti a separarci per sempre dai nostri “ricordi”.

La regola, se vogliamo custodire materiale digitale, è di non conservarlo mai su un supporto connesso ad una rete aperta come, ad esempio, internet. Quindi mai in un cellulare, nell’hard-disk interno di un pc e, soprattutto, mai in un cloud. Molto meglio un hard-disk esterno o una chiavetta, sempre scollegati, distaccati dal Pc quando esso è online.

Una seconda misura di sicurezza alla portata di tutti viene dai software di compressione, ormai integrati in ogni sistema operativo. Quando “zippiamo”, comprimiamo un “file” o una serie di “file” abbiamo, fra le varie opzioni, quella di proteggere il contenuto con una password sicura e complessa da “indovinare”. Senza quella solo un “ladro” molto esperto in informatica -e dotato di hardware non alla portata di tutti- potrebbe essere in grado di accedere ai file, ai documenti, ai filmati o alle foto protetti dalla password.

Due accortezze semplici da mettere in atto, ma importantissime per proteggere la nostra privacy e i nostri segreti, altrimenti sempre più alla portata di spregiudicati “smanettoni” informatici o veri e propri hacker.

A dire il vero, se non c’è per documenti importanti da conservare, il sistema 100% sicuro per non aprire al mondo “tende e finestre” della camera da letto, c’è: basterebbe evitare, in certe situazioni, di accendere fotocamere, telecamere o telefonini

Enrico Lazzari