San Marino. Una Commissione di inchiesta anche per il “conto Mazzini”

conto-mazzini2_tLa politica che indaga sulla politica rischia di diventare un tormentone sul Titano.

Nel giro di 24 ore, infatti, il Consiglio Grande e Generale ha approvato due commissioni d’inchiesta: lunedì sull’affaire Carisp-Delta- Sopaf, ieri sul “conto Mazzini”. Il dibattito “sull’emergere di fenomeni che hanno coinvolto alcuni ambiti politici” termina dunque con l’approvazione all’unanimità, con l’astensione del socialista Rossano Fabbri per “interessi personali sulla vicenda”, dell’odg proposto dalla maggioranza per l’istituzione appunto di una com- missione d’inchiesta sul “conto Mazzini”. Bocciato invece, con 29 voti contrari e 22 favorevoli, oltre all’astenuto Fabbri, la proposta dell’opposizione di allargarla all’intera “galassia Banca Commerciale Sammarinese”, includendo dunque altre vicende quali l’inchiesta Chalet-Mose.

In Aula il dibattito si infervora durante gli ultimi interventi. In particolare dopo l’attacco di Gian Matteo Zeppa di Rete. “Volenti o nolenti, garantisti o meno di una classe politica, quasi tutti in Aula hanno scheletri negli armadi”, tuona, prendendosela con chi “parla di pulizia e codice etico, mentre negli organi dei sui partiti ci sono persone citate dalla commissione Antimafia”. Parole che fanno infuriare Francesca Michelotti di Sinistra unita: “Sono offesa dalla mancanza di distinzione: se Zeppa accusa gli innocenti si macchia di una colpa grave”, re- plica, suscitando qualche applauso subito censurato dalla Reggenza. Sempre dai banchi dell’opposizione Franco Santi di Civico 10 sottolinea che “la politica deve rinnovarsi nei metodi e nelle persone. E per farlo serve la partecipazione attiva della cittadinanza. Come diceva Gramsci l’abulia non è vita, l’indifferenza è il peso morto della storia”. Mentre Paride Andreoli, capogruppo del Partito socialista, ribadisce la “forte preoccupazione non solo per la questione morale, ma anche per la situazione economica”.

Marco Podeschi dell’Unione per la Repubblica mette in evidenza la necessità di fare chiarezza su tante vicende, invece di fare “la lista dei buoni e dei cattivi” e dei “distinguo per dimenticare un passato non proprio trasparente”.

Pronta a fare chiarezza su tutte le vicende si dice la maggioranza. Luigi Mazza, capogruppo della Democrazia cristiana sottolinea che “non è compito della magistratura rinnovare la politica. La politica deve rinnovarsi. In Aula, nei partiti e in tutti gli organismi. Andiamo avanti con le commissioni d’inchiesta. Non vogliamo ostacolare la verità”. Dello stesso avviso Gerardo Giovagnoli del Partito dei socialisti e dei democratici, che ricorda i “molti passi fatti dal 2005 con la legge sul finanziamento ai partiti e la Lisf”. Inoltre, rimarca, occorre “discutere anche delle responsabilità dell’economia, degli immobiliaristi, dei professionisti”. Mario Lazzaro Venturini di Alleanza popolare non ci sta a chi descrive “maggioranza e governo come una manica di truffatori. Bisogna distinguere”, anche perché le “accuse lanciate a vanvera sono riprese dal web. Ma noi non siamo come tutti gli altri”. E d’’altronde, chiosa il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, “i problemi non si risolvono cambiando un governo, i partiti devono trovare il modo di agganciare le soluzioni politiche e devono farsi carico della trasformazione in atto”. Il titolare delle Finanze è pronto e disponibile “a parlare delle cose che mi riguardano, ma questa – rimarca – è un’Aula politica”. Ecco cosa hanno dichiarato i capigruppo in fase di dichairazioni di voto.