Vogliamo tutti essere originali, proporre cose nuove, andare verso il cambiamento. Ma vero è che le idee sono nell’aria, che appartengono un po’ a tutti e che bravo è chi riesce a realizzarle.
In questi anni per San Marino di idee ne sono state enunciate tante ma solo alcune si sono poi tradotte in realtà. Da tempo ad esempio si parla di apertura ma per attrarre investitori occorre anche essere concreti.
La Svizzera messa di fronte al muro del cambiamento ha deciso di superare l’ostacolo andando alla ricerca di possibili investitori. Di fatto non solo ha preparato un clima economico favorevole alle aziende ma ha stilato una lista di possibili imprenditori e li ha contattati ad uno ad uno facendo a ciascuno una proposta specifica, nel solco della convinzione che non tutti portano la medesima taglia e che c’è bisogno di cucire abiti diversi.
Stessa cosa dovrebbe fare San Marino attivando contatti e importando pezzetti di altri Stati in Repubblica. L’Expò in questo ci ha dato una lezione: per favorire l’ingresso del Celeste Impero l’Italia dovrà velocizzare le procedure, migliorare le infrastrutture di comunicazione, ad esempio con più hi-fi e servizi in mandarino collegati a WeChat, cioè l’onnipresente istantanea (Weixin in cinese) di cui, se si vive in Cina, non si può più fare a meno.
Per intenderci l’alter ego orientale di WhatsApp. E poi ovviamente si dovrà offrire la possibilità di pagare con carte di credito Union Pay (il circuito made in China). Qui a San Marino gli imprenditori andranno cercati lontano ma anche vicino, per esempio in Italia. Là sarà più facile valutare la legalità delle imprese perché è ovvio che essa dovrà essere alla base del cambiamento. Esiste grazie a Cresci Italia un modo per certificarla. Si chiama rating di legalità ed è stato istituito nel 2012 dall’allora governo Monti. Attribuito dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, può essere dato (su loro richiesta) alle imprese che operano in Italia e hanno almeno due milioni di euro di fatturato.
Va da una a tre stelle, a seconda dei requisiti giuridici e qualitativi dell’impresa (per esempio non aver commesso illeciti amministrativi o effettuare pagamenti e transazioni solo con strumenti tracciabili). Andrebbe dunque cambiata la forma mentis. Che è un po’ quello che Asset Banca sta facendo con il ciclo di incontri dal titolo ‘Storie di Successo’ che vorrebbe far leva sul lato buono del fare impresa, portando in Repubblica esempi da seguire. E costruendo una finestra aperta su affari futuri.
“ABBIAMO IL DOVERE DI PRESENTIRE IL NUOVO, E DOBBIAMO TROVARE ANCHE IL CORAGGIO DI AFFERMARLO”. JOSÉ ORTEGA Y GASSET