San Marino. Una gestione autonoma oppure un fondo unico per tutte le pensioni. No all’accorpamento del loro fondo agli artigiani. L’intevista a Marino Albani

Marino Albani“La commissione tecnica dovrebbe avere lo scopo di fare una ricognizione dello stato dei fondi pensionistici per fornire eventualmente indicazioni al governo per una revisione della normativa e assicurare nel tempo l’equilibrio e l’economicità dei vari fondi stessi. E condivido la preoccupazione del consigliere Andrea Zafferani di civico 10 che vadano formati anche a San Marino degli esperti in materia previdenziale ed attuariale”. così il presidente dell’ordine dei commercialisti ed esperti contabili, Marino Albani che non vuole entrare nel merito della querelle politica sollevata dallo stesso Zafferani proprio dalle colonne di San Marino oggi.

“chi meglio della nostra Università – dichiara Albani – potrebbe fornire tecnici formati ad hoc al settore bancario e assicurativo? infatti – ci spiega – la commissione Nazionale Libere Professioni (che riunisce gli otto ordini professionali sammarinesi n.d.r.), dopo aver effettuato una vana ricerca in territorio, ha dovuto dare l’incarico a un autorevole attuario e cattedratico italiano, più precisamente dell’Università La Sapienza di Roma, di effettuare uno studio su un fondo autonomo dei liberi professionisti”.

Da tempo sollevate la questione del fondo pensioni dei professionisti, in passato c’è stato pure uno sciopero degli avvocati…

“Sono due anni che chiediamo come ordini professionali al governo che sia ripristinata la situazione ante ‘Riforma Podeschi’ e quindi di tornare ad avere un proprio fondo autonomo, uscendo dal buco nero del fondo attuale dei lavoratori autonomi insieme a commercianti e artigiani, che anche l’anno scorso ha registrato un deficit di circa 15 milioni. Ben due assemblee generali di tutti i liberi professionisti sammarinesi hanno avallato le richieste della cnlp e di ogni singolo ordine professionale. Prima della ‘Riforma Podeschi’ il fondo dei liberi professionisti contava su un patrimonio di oltre 9 milioni e registrava solo saldi annuali attivi”.

Cosa dicono i vostri calcoli?

“Lo studio attuariale che abbiamo commissionato ha portato alla conclusione che, pur in presenza di crisi economica e quindi di minor gettito atteso di contributi, un fondo autonomo dei liberi professionisti potrebbe senza problemi autoalimentarsi senza intervento dello Stato e accrescere i propri mezzi patrimoniali sicuramente fino al 2025 con le attuali aliquote contributive e quindi mantenersi da solo in equilibrio finanziario nel lungo periodo. Anzi il Fondo autonomo dei liberi professionisti potrebbe gestirsi in maniera autonoma e avere migliori rendimenti degli altri Fondi, ma soprattutto potrebbe richiedere minori versamenti contributivi di quelli previsti dalla legge, che di recente ha previsto un aumento delle percentuali e dei minimi”.

Quale soluzione proponete?

“chiediamo con forza che il governo individui nel nuovo fondo autonomo dei liberi professionisti una sorta di esperimento pilota, un esempio virtuoso di gestione dei fondi pensionistici che non preveda l’intervento dello Stato per il suo riequilibrio nel tempo. Ma anche l’opposizione, ricordo bene, intervenne in quella lunga seduta notturna di dicembre, concordando sulla necessità di una verifica tecnica sui fondi pensionistici e sulle modifiche da apportare alla legge vigente per migliorare la loro gestione”.