San Marino. Una grande novità: la cultura del bello negli obiettivi del nuovo governo … di Angela Venturini

C’erano tanti spunti di riflessione all’interno del dibattito consiliare sul programma di governo per la nuova legislatura, ma sicuramente il più originale (a nostro giudizio) è stato quello relativo alla promozione della “cultura del bello”. Non è frequente leggere negli obiettivi della politica il tema del bello, che affonda le sue radici nella storia e nella filosofia, muta forma seguendo i cambiamenti delle società e dell’evoluzione e che subito richiama il celebre motto greco della kalokagathia (traducibile come “bello e buono”) che risale ad alcuni versi della poetessa Saffo (VII-VI a.C.) e rappresenta l’ideale di bellezza classica capace di connettere le qualità delle forme esteriori (percettibili ai sensi) con quelle proprie dell’anima e del carattere.

Un concetto di bellezza che attraversa i secoli e viene rappresentato nel Medioevo dal Cavaliere, nella sua armatura fiammeggiante, sempre pronto combattere i cattivi e a difendere le donne e i deboli: dai Cavalieri di re Artù ai Templari, la letteratura è piena di esempi. Per arrivare poi in epoca moderna all’iconografia del gentleman, l’uomo elegante tanto nel vestire quanto nel comportamento. 

In Kant il concetto di bellezza è legato al sentimento del sublime, strumento di percezione della perfezione e del senso del mondo, di cose belle o brutte, quindi chiave di accesso alla perfezione misteriosa del cosmo e di Dio. La bellezza, dunque, rappresenta la perfezione della conoscenza sensibile che gli uomini, attraverso la creazione di manufatti artistici, sono in grado di generare. Pensiamo alla meraviglia delle opere d’arte del Rinascimento, ai borghi dell’Italia centrale, a città come Venezia o Firenze: opere umane che rappresentano la bellezza nelle sue mille forme. 

E adesso pensiamo al centro storico di Città, dove si sente ancora il respiro potente della pietra, ancora chiara e luminosa sotto la scorza dei millenni, dei mille rifacimenti e restauri non sempre rispettosi dell’identità originaria del manufatto. Un ostinato racconto di pietra che si snoda tra panorami aspri e selvaggi da una parte e, dall’altra, la quiete pianeggiante verso il mare. Tutt’intorno una scioccante mescolanza di stili architettonici e caotici sviluppi urbanistici. 

Partendo dalla consapevolezza di quanto bellezza, paesaggio, storia e cultura espressi nei secoli dal nostro Paese rappresentino un unicum da preservare gelosamente, sarebbe fondamentale evitare connessioni, interpolazioni, mistificazioni, contaminazioni che ne snaturino l’identità. Il nuovo ingresso alla Seconda Torre, sicuramente molto moderno e forse più pratico, purtroppo ha perso completamente l’immagine di una costruzione millenaria costruita a fini difensivi. Un “non luogo” come ce ne sono ovunque, uguale a mille altri. Altrettanto era successo alla Pieve protocristiana, distrutta e sostituita da un edificio (bello per carità) di stile neoclassico, ma per niente rappresentativo del mito legato al Santo Fondatore. 

Il paesaggio è un altro elemento di bellezza: e allora teniamolo pulito! Piange il cuore camminare per strada e vedere scarpate, radure verdi, greppi, pieni di bottiglie di plastica e di vetro, lattine, cartacce e involucri di ogni genere. Pare davvero impossibile che siano portati tutti dal vento. Se nessuno lascia in giro i rifiuti, il vento non li trasporta. E allora è compito dello Stato pulire in maniera continuativa, inserire bidoni per la raccolta lungo i percorsi e svuotarli periodicamente, fare una raccolta differenziata che non sia il lancio del rifiuto. Non basta tagliare l’erba e lasciare per terra i rifiuti “volanti”, che affiorano in tutta la loro bruttezza. Ma compito altrettanto doveroso ha il cittadino, che non deve lasciare in giro tutto quello che ha nelle mani, che non deve gettare nel bosco il sacchettino con gli escrementi del cane, che deve insegnare ai bimbi a conoscere e rispettare la natura che lo circonda.  Se Stato e cittadini adottano comportamenti virtuosi, il Paese è più bello. E la natura ringrazia. 

L’uomo è stato definito come un essere costruttore di cultura, la quale svolge una funzione sociale essenziale creando un universo simbolico e mentale fatto di modelli di condotta, di norme di azione, di maniere di pensare e di agire, di credenze. La cultura ha una funzione economica, se istituzioni e aziende rifuggono la comunicazione oleografica e stereotipata per sperimentare con coraggio nuovi linguaggi, unendo le forze tra artisti, pubblicitari e imprenditori. Insomma, creando emozione con la pubblicità attraverso il paesaggio e l’arte, anche per promuovere il “made in San Marino”. 

Se tutto questo ha un senso, allora occorre fare attenzione nel progettare il “nuovo Museo della Città”. Le premesse fin qui esposte non sono consolanti: c’è il rischio che si vada a distruggere piuttosto che conservare e valorizzare un’identità e una storia che sono uniche al mondo!

Angela Venturini