San Marino. Una mamma disperata scrive a GiornaleSM

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Riceviamo e pubblichiamo

Prima di arrivare al nocciolo della questione, Le faccio una breve premessa affinché possa comprendere appieno la situazione che per l’appunto Le voglio rappresentare attraverso questa mia lettera. Nel 2000 e per 6 anni sono stata sposata con un uomo alquanto conosciuto in Repubblica (…) con il quale ho avuto due figli (attualmente di 17 e 14 anni) che portano il mio cognome in quanto lo stesso li ha sì riconosciuti, tra l’altro di sua spontanea volontà, ma con estremo ritardo.
Nonostante l’avvenuto riconoscimento (che sottolineo essere avvenuto di sua spontanea volontà), il padre dei miei figli, se si può definire tale, NON è mai stato presente nella loro vita. Se padre lo si può definire sulla carta, lo stesso non lo si può dire nella vita dato che per la bellezza di 17 anni (l’età che ha attualmente il suo figlio più grande) non è mai stato presente né fisicamente, con la sua presenza (nonostante gli svariati tentativi INVANI da parte dei miei figli di costruire un rapporto con lui) né economicamente, sottraendosi così, del tutto, ai suoi doveri genitoriali, tra cui in primis quello di contribuire, in relazione alle proprie capacità-sostanze-reddito, alla loro crescita e mantenimento.
All’epoca del riconoscimento il giudice stabilì’ il versamento da parte del padre di € 600,00 mensili per bambino più il pagamento delle spese straordinarie, importo MAI versato dal padre nonostante lo stesso conducesse una vita di lusso ed agi. A non essere stato rispettato dal padre non è stato nemmeno il calendario di visite sempre fissato dal giudice.
In ragione di ciò si aprì un procedimento penale nei confronti del padre, che si è concluso con una sua condanna. Ciononostante, nulla è cambiato: seppur condannato al versamento della somma di cui sopra, tali soldi non sono mai stati percepiti dai miei figli dato che il loro “padre” è sempre stato “non aggredibile” in quanto bravissimo a nascondere tutte le cose di sua proprietà, facendosi risultare nullatenente e privo di lavoro, nonostante sia ben noto a San Marino come benestante sia lui personalmente che di famiglia.
Così come qualsiasi mamma avrebbe fatto per i suoi figli, mi sono rimboccata le maniche e con enormi sacrifici (ma per enormi si intende davvero ENORMI, e chi è genitore penso possa capirmi perfettamente) ho provveduto ed ancora attualmente sto provvedendo a non far mancare il necessario ai miei figli, togliendo a me pur di dare a loro tentando di non privarli di niente rispetto ai loro amici.
Vabbè fin qui parrebbe che dal punto di vista legale tutto abbia funzionato a dovere dato che il tribunale ha emesso una sentenza e che semplicemente io sono stata una donna sfigata a incontrare sul proprio cammino una persona così meschina, arida e senza scrupoli.
Passano gli anni, anni dettati da immensi sacrifici e con le numerose difficoltà che la vita riserva. Tutto scorre ma noi? Noi siamo stati dimenticati dal mondo, dalla giustizia, dalle istituzioni, che al contrario dovrebbero tutelarti.

In quanto sola economicamente, percependo uno stipendio davvero esiguo ed ovviamente per non sottrarre denaro da utilizzare per sfamare i miei figli, non sono più riuscita a permettermi un avvocato, con la conseguenza che tutto è rimasto immutato e piatto, senza alcun versamento economico da parte del “padre”, fino al 2019, anno in cui grazie a conoscenze comuni ho incontrato una persona davvero di cuore che, ironia della sorte, svolge la professione di Avvocato, la quale toccata da questa storia di indifferenza da parte di tutti e mossa dal suo buon cuore e dall’immensa tenerezza che le facevano i miei figli ha deciso di seguirmi a titolo completamente gratuito .

Decidemmo così di intraprendere una nuova causa PENALE contro il padre con l’intento di vedere corrispondere effettivamente ai miei figli quanto loro dovuto ed al fine di recuperare tutti gli arretrati mai versati dal padre per ben 17 anni. Depositammo la causa in tribunale il 23/05/19, ma, ancora una volta, nonostante i numerosissimi solleciti e richieste da parte del mio legale, non ci fu alcuno sviluppo in merito, tanto che tutto è passato in sordina fino ad ottobre 2020 proprio come se nulla fosse stato depositato. Basta pensare che sono stata chiamata a testimoniare per fornire la mia versione dei fatti e far proseguire la causa solo dopo 1 anno e mezzo.
Da tale data di nuovo l’oblio, il silenzio assoluto, il buio, insomma, più nessuna notizia pervenuta neppure al mio avvocato, come se fossimo nuovamente caduti nel dimenticatoio.
Ed arriviamo qui al nocciolo della questione ed al motivo per il quale ho deciso di scrivere questa mia lettera: vi sembra normale che una causa inerente i minori abbia tutti questi tempi burocratici? (massì, che importa, nel frattempo i miei figli fortunatamente mangiano, tanto che c’è la mamma che provvede per loro, pertanto nessun problema se la giustizia ci mette anni a sfornare una sentenza vero? sentenza tra l’altro destinata a rimanere lettera morta se poi il padre è un “furbetto” che si fa risultare un “poveraccio”, quasi come se fosse lui ad avere bisogno di aiuti economici). Vi sembra giusto che sia solo la mamma, con un solo stipendio (tra l’altro davvero esiguo), a doversi occupare esclusivamente dei figli? E soprattutto vi sembra equo che nel frattempo il padre, incurandosi nella maniera più assoluta di avere dei figli da sfamare, faccia la bella vita, non facendosi mancare nulla tra aperitivi, cene costose, macchinoni, ma facendo, al contrario, mancare ai miei figli anche un semplicissimo paio di jeans con cui andare a scuola? Concretamente, è davvero giusto che i miei figli vivano di rinunce e sacrifici quando il loro padre va in giro orgoglioso con la sua nuova auto ultimo modello, intestata a chissà chi, e disputi costosissime competizioni di rally, in barba ai suoi figli che poverini per vestirsi devono riciclare vestiti presi dagli amichetti che non usano più? E’ davvero equo che il padre, perché risulta FALSAMENTE nullatente (e sottolineo FALSAMENTE ), non debba per questo motivo, in qualche modo, contribuire ugualmente al mantenimento delle creature che lui stesso ha messo al mondo ed ha spontaneamente riconosciuto? In Italia, la legge prevede che quando i genitori non hanno mezzi economici sufficienti per adempiere ai loro doveri nei confronti dei figli, debbano intervenire gli altri ascendenti in ordine di prossimità e cioè i nonni. Perchè questo non è previsto dalla legge sammarinese? Non è, forse, il caso di rimettere mano alla normativa del nostro Paese al fine di fornire una volta per tutte una tutela concreta, effettiva e soprattutto celere, a tutte quelle madri che si trovano completamente sole ed abbandonate a sé stesse nel crescere i figli?
Queste sono solo alcune delle domande a cui ancora oggi, ahimè, nessuno è riuscito a fornirmi una risposta, nonostante sia andata a parlare con diverse cariche importanti dello Stato,e chissà se mai l’avrò.
Con affetto

Una mamma disperata