San Marino. Una Pasqua di “Passione” per la Dc (editoriale integrale di David Oddone)

La “battaglia” sul Des si conclude con la vittoria politica di Libera e delle organizzazioni sindacali.

Ma come si è arrivati a tale situazione e per quale motivo? Ma soprattutto, che impatto avrà quanto andato in scena in Commissione Finanze sulla tenuta di un esecutivo già traballante?

Proviamo a rispondere.

Innanzitutto chi scrive non è mai contrario a priori a quei progetti che vanno nella direzione dello sviluppo economico. Ed il Des è fra questi. Senza contare che c’è un debito pubblico col quale fare i conti, e qualcosa bisognerà pure inventarsi.

Il problema, come spesso accade con un po’ tutti i governi, è il metodo.

La maggioranza ha imposto un progetto e lo ha voluto portare avanti ad ogni costo.

Sia ben chiaro: non mi passa neppure per l’anticamera del cervello pensare che l’attuale esecutivo voglia scientemente “svendere” San Marino.

Però sbagliare si può, magari in buona fede. E i danni possono essere comunque gravi.

Io credo che quando all’interno della stessa maggioranza si apre un dibattito importante, dibattito che investe poi anche l’opposizione e le forze sindacali, si debba semplicemente ascoltare, o almeno provarci.

Perché altrimenti i risultati sono questi: una figura barbina che mina l’immagine di chi presenta talune proposte.

Non sfuggirà a nessuno che l’inciampo è tutto democristiano, con pochi altri “colpevoli” individuabili.

E francamente stona pure un po’ l’accelerazione inferta ed i toni da ultima spiaggia utilizzati da qualcuno, quasi che se saltasse il Des, San Marino finirebbe in chissà quale girone infernale.

Il problema semmai è che non si vedono all’orizzonte altre idee di un certo livello per sostituire il Distretto economico.

Che cosa succede ora? La mia idea è che quando si vanno a proporre norme o riforme che impattano pesantemente sul sistema economico, si debba ricercare la massima condivisione possibile.

Il Des, ad esempio, poteva rappresentare un progetto su cui costruire il futuro governo.

Invece con l’impostazione seguita è diventato un boomerang.

Non solo. Mi chiedo che senso possa avere tirare avanti un altro anno, con il pericolo per i vari Segretari e partiti di maggioranza di perdere ulteriori consensi.

Anche perché non si vedono da qui ai prossimi mesi interventi talmente “popolari”, da poter regalare nuove preferenze a Dc e Rete in primis. Anzi è tutto l’opposto!

Appare allora sempre più evidente che senza i voti della sinistra – una sinistra allargata – oggi è impossibile governare, nonostante i numeri importanti dai quali partiva l’attuale legislatura.

Quindi? Forse sarebbe più saggio cominciare a condividere i prossimi passi, sia con i vecchi che con i futuri alleati: ci sono nomine importanti da portare a casa, e lo stesso Des, se condiviso e cambiato profondamente, non penso sia completamente da gettare alle ortiche.

Spesso lo scrivo: a buon intenditor, poche parole.

Restiamo così in attesa della conferenza stampa indetta la prossima settimana da Gian Carlo Venturini per una Pasqua che mai come in questo caso è di “Passione” per la Dc…

 

David Oddone

(La Serenissima)