C’è ancora arte a San Marino? È l’interrogativo, o la provocazione, che traspare in filigrana dalla splendida iniziativa inaugurata ieri pomeriggio al Kursaal, uno dei palazzi più prestigiosi della piccola capitale mentre era avvolta nei colori morbidi del tramonto. Tantissima bella gente a far da corona all’inaugurazione della mostra “The RSM Biennials”, sette artisti idealmente legati alla Biennale di Venezia, alla quale hanno partecipato, ma anche a quelle Biennali Sammarinesi degli anni ’50 e ’60 che nelle varie edizioni portarono sul Titano artisti del calibro di Vedova, Perilli, Cattelan, Guttuso, Christo, Cucchi e tantissimi altri. Una sensibilità culturale e artistica, inspiegabilmente persa nei decenni successivi, grazie alla quale oltre 1000 opere dei più grandi autori del Novecento rimasero sul Titano. Un valore economico altissimo, oggi dimenticato e inutilizzato in qualche polveroso magazzino, tranne una decina di opere pienamente valorizzate presso la Galleria di arte moderna. Ma da questo fermento artistico culturale si formò una generazione di artisti autoctoni, che per un certo periodo riuscirono ancora a trainare la promozione artistica. Tra loro: Marina Busignani Reffi, Vittorio Valentini, Rosolino Martelli, Walter Gasperoni.
“L’idea nasce proprio per ricordare e rilanciare i fasti della dimensione artistica e culturale di San Marino, grazie soprattutto all’interessamento e all’organizzazione della Galleria d’arte La Maison de la Petite Sara” spiega Giuseppe Maria Morganti, Consigliere della Repubblica, famoso editore locale, nella veste nuova e originalissima di curatore della mostra. “C’è la necessità di ridare forza ed energia ad un humus che si era generato nel tempo e che si è un po’ spento” Insomma, mancano i giovani, e forse anche lo Stato si è un po’ affievolito, ma c’è tanta voglia di riaccendere questo sacro fuoco.
Per fortuna, questa volta, lo Stato c’è, tramite gli Istituti Culturali, ed è un aspetto che la Cooperativa Tre Arrows, sinergicamente affiancata nella progettazione dell’evento, non manca di sottolineare nel solco dell’eredità culturale del suo fondatore, Alberto Rino Chezzi. Un vero maestro nel creare empatia e connessioni, che aveva sempre creduto nella validità della sinergia pubblico – privato. “Cerchiamo di portare avanti le radici e le ali dell’arte sammarinese – afferma il presidente Francesco Chiari – cercando di cogliere il bello della nostra tradizione millenaria per poi provare a proiettarci in maniera avanguardista nell’era contemporanea e verso il futuro”. Così prende corpo l’idea di unire le due Repubbliche Serenissime che hanno un loro tratto in comune nelle Biennali, accendendo un focus su artisti che sono già rappresentati dalla Maison de la Petite Sara. Per questo, il titolo della mostra fa il verso ai Millenials, cioè un gruppo di persone di una certa era e di una certa estrazione culturale, e dall’altra parte richiamare la partecipazione di questi artisti sammarinesi alle Biennali di Venezia.
Sono: Antonio Lengua, Eleonora Mazza, Gabriele Gambuti, Nicoletta Ceccoli, Thea Tini, Valentina Pazzini, Walter Gasperoni e un solo straniero, proveniente dal Liechtenstein, Jens W. Beyrich. Un caleidoscopio di diversità, di formazioni e di ricerche artistiche, che si materializzano con installazioni visive e sonore, con sculture e quadri disseminati dentro e fuori il Kursaal, illuminando le sale, le scale e i corridoi di bellezza, energia, emozioni, tanto diverse quanto coinvolgenti “Ogni opera è un grido verso qualcosa” decodifica Morganti, sottolineando l’apparente incoerenza degli stili espressivi e la diversità dei canoni estetici. Ma lo spirito di fondo corre attraverso lo stesso fil rouge di un’immaginazione in cui ricerca e spiritualità si intersecano, anche toccando i più profondi temi della nostra attualità, dalla natura al sociale, compresi quelli di un’umanità non sempre felice. Istanti di pura presenza, che toccano il cuore al di là della dimensione razionale.
“In questo progetto pubblico privato – dice il direttore degli Istituti Culturali Vito Testaj – c’è la nostra volontà di dare agli artisti sammarinesi nuovi spazi espositivi e di crescita”. Grande soddisfazione anche per Sara Cerosio, che dà il nome alla Galleria d’arte esprit originario della mostra. Un’azienda che ha contatti in tutto il mondo, ma con il cuore che batte per San Marino, come rivela anche questo prestigioso allestimento e il raffinatissimo catalogo. “Il nostro obiettivo e il nostro lavoro è creare valore sul territorio con l’arte”.