Sono anni che il governo inserisce nella legge di bilancio l’introduzione dell’IVA europea che dovrebbe sostituire la monofase. Un’operazione che andava fatta da molti anni a sostegno delle attività economiche e a vantaggio dello Stato.
La DC ha sempre avversato questo passaggio che avrebbe evitato tante truffe e tanti problemi alla Repubblica, a partire dall’umiliante assedio militare del 1997 da parte della Guardia di Finanza. Per consentire i commerci impropri agli evasori fiscali, sono stati rovinati i rapporti con l’Italia, è stata deturpata l’immagine del Paese, è stato danneggiato il commercio regolare, si sono persi introiti fiscali rilevanti.
L’introduzione dell’IVA europea poteva consentire di uscire dalla zona grigia, di attuare una politica dei prezzi attrattiva anche per l’esterno, di impostare un’azione fiscale flessibile mirata a vantaggio dei consumatori, delle finanze pubbliche e dell’occupazione sammarinese. Abbinata alla SMAC poteva essere uno strumento importante di politica economica e finanziaria. La contraddizione del governo è clamorosa. Propaganda continuamente i passi verso l’Europa (nessuno sa quali sono) e nello stesso tempo prende in giro il Paese sull’IVA europea con relativo danno alla nostra economia. Fantastica su una ripresa, ma la mancanza di riforme strutturali (lo è l’IVA), determina la continuazione del declino iniziato nel 2008. Ciò nonostante, è aperta la corsa verso la DC da parte di coloro che si erano presentati come coalizione alternativa e riformista.
Emilio Della Balda